Cataratta: alla Clinica Oculistica del San Giuseppe di Milano arriva il laser che opera in biliardesimi di secondo
Il Femtolaser arriva alla Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, Gruppo MultiMedica. Minor trauma dei tessuti oculari, riduzione delle complicanze, possibilità di impiantare lenti intra-oculari a elevata tecnologia e una precisione prima d’ora impensabile: questi sono alcuni dei vantaggi della FLAC, grazie alla quale è possibile programmare le fasi dell’intervento attraverso un computer, per poi eseguirle con il laser in pochi secondi, senza l’impiego di bisturi e pinze.
La cataratta è una patologia che causa la perdita di trasparenza del cristallino, ovvero della lente naturale all’interno del nostro occhio, fino a comprometterne seriamente la capacità visiva. Solitamente è un fenomeno fisiologico legato all’invecchiamento che colpisce 1 persona su 4 dopo i 70 anni. Può colpire uno o entrambi gli occhi e, ancora oggi, è tra le prime cause di perdita della vista nel mondo. Una cecità, però, il più delle volte reversibile grazie alla chirurgia. Nel nostro Paese sono circa 557.000 gli interventi di rimozione della cataratta effettuati ogni anno, tanto da rappresentare più dell’80% del lavoro di un reparto di Oculistica. L’operazione prevede la frantumazione del cristallino catarattoso, in genere attraverso un apparecchio a ultrasuoni, e l’aspirazione della cataratta attraverso una piccola sonda. Successivamente, al posto del cristallino opaco, viene inserita una minuscola lente pieghevole, il cui valore è stato calcolato e settato in precedenza sulle caratteristiche del singolo paziente.
“Tra gli aspetti più innovativi del Femtolaser – illustra Paolo Nucci, Direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano – vi è quello di ridurre la quantità di passaggi chirurgo-dipendenti, consolidando e standardizzando alcune fasi dell’operazione, e dunque rendendo ancor più rapido e meno traumatico l’intervento di cataratta. I tagli corneali, l’apertura della capsula che avvolge il cristallino e la frantumazione della cataratta, infatti, non vengono eseguiti dalla mano umana, ma da un computer, sulle caratteristiche del paziente. Inoltre, mentre gli strumenti tradizionali rilasciano impulsi in nanosecondi, ovvero ‘solo’ in miliardesimi di secondo, questo tipo di laser emette spots della durata di un femtosecondo sulle strutture oculari verso cui viene indirizzato. Questo permette di aprire con estrema cura e precisione la capsula anteriore del cristallino, dando modo alla lente artificiale di trovare la migliore allocazione e quindi di garantire un risultato superiore da un punto di vista refrattivo. Il femtolaser è quindi particolarmente indicato per l’utilizzo di lenti intraoculari di ultimissima generazione, come le lenti toriche per la correzione dell’astigmatismo e le lenti multifocali che consentono di correggere difetti visivi come la presbiopia”.
“L’unico modo per capire se siamo affetti da una cataratta significativa, e se questa sia passibile di chirurgia, è quello di sottoporsi a una visita specialistica in ambulatorio”, spiega il Professor Nucci. “Sono diversi i segnali d’allarme: il paziente percepisce di vedere meno nitidamente, riferisce episodi di abbagliamento, difficoltà nella visione notturna o anche un’alterazione dei colori. Tutte problematiche che possono condurre a serie limitazioni delle attività quotidiane. È a questo punto che conviene intervenire chirurgicamente”.
Nonostante sia spesso considerata di routine, la chirurgia della cataratta è una delle più delicate in campo medico. “Nel corso degli anni – prosegue Nucci – la chirurgia oculare si è aggiornata notevolmente, con l’affermarsi di tecniche sempre più avanzate, standardizzate e sicure. Tuttavia, nel nostro Paese, dove pure il livello delle cure per questa patologia è elevato, sono ancora poche le strutture in cui è possibile sottoporsi a un intervento di cataratta assistito da laser a femtosecondi. Va chiarito che non tutti gli occhi sono adatti all’impiego di questa tecnica: è una valutazione che spetta all’oculista attraverso esami specifici, che coadiuvano la scelta della metodica operatoria più adatta”.
In età giovanile la cataratta è rara. Nei bambini può essere congenita e derivare da una condizione malformativa o di incompleta maturazione del cristallino. La patologia colpisce un neonato su 2.500 e costituisce una delle cause più frequenti di cecità nell’infanzia. Pertanto, gli screening neonatali, con la valutazione del riflesso rosso, giocano un ruolo fondamentale. La Clinica Oculistica dell’Ospedale San Giuseppe rappresenta in questo campo un’eccellenza, essendo uno dei centri in Italia dove si eseguono più interventi per cataratta pediatrica. “Quando la patologia è congenita – conclude il Professor Nucci – la chirurgia deve essere programmata presto, intorno al quarantesimo giorno di vita, e comporta un intervento molto delicato, eseguito in anestesia generale. La complessità dell’operazione impone che venga eseguito preferibilmente in un centro altamente specializzato”.