All’Irccs Materno InfantileBurlo Garofolo” è stato implementato un approccio innovativo alla terapia antimicrobica somministrata a una giovane paziente a domicilio grazie a due terapie antibiotiche allestite con un robot in dotazione alla Farmacia dell’Irccs.

«Grazie a una pompa elastomerica, cioè un dispositivo tascabile che eroga, in infusione continua, una determinata quantità di farmaco, a una velocità costante per un tempo predefinito – spiega il dottor Davide Zanon della Farmacia del Burlo – la nostra giovane paziente può muoversi liberamente, mentre sta assumendo il farmaco a casa o dovunque si trovi. Nello specifico – precisa Zanon -, abbiamo istruito il Braccio Robotico perché allestisse in ambiente asettico, quindi in completa sterilità, le due terapie antibiotiche che la nostra giovane paziente deve fare per 24 ore continuative, per un periodo di almeno cinque settimane. Le terapie in questione sono state, quindi, inviate a casa della paziente. L’allestimento con il braccio robotico – continua il dottor Zanon – garantisce precisione, sterilità e tracciabilità di tutto il processo. In questo modo il personale sanitario anziché essere impegnato nel processo d’allestimento può dedicarsi completamente alla gestione del paziente. Abbiamo, dunque – conclude il dirigente farmacista del laboratorio di galenica -, ridotto i tempi di preparazione, abbiamo migliorato i processi di approvvigionamento, abbiamo riportato a casa la minore che altrimenti sarebbe stata ricoverata in ospedale per tutto il tempo della durata della terapia. A breve i pazienti seguiti in questo modo saranno già due».
Dal canto suo la dottoressa Anna Arbo, direttore della Farmacia dell’Irccs triestino ha ringraziato «tutti coloro che hanno investito in questo progetto. Un chiaro esempio di come l’innovazione tecnologica possa favorire l’innovazione nei percorsi assistenziali e migliorare la cura dei pazienti».
Fondamentale è stata la collaborazione di Asugi attraverso il Servizio Infermieristico Domiciliare.Ogni giorno, infatti, un infermiere del servizio dedicato ai minori, e in collaborazione con il Servizio infermieristico domiciliare adulti per il fine settimana, si reca a domicilio, verifica le condizioni cliniche della minore, si accerta che la terapia sia correttamente infusa ed esegue la sostituzione del dispositivo di terapia elastomerica esaurito con uno nuovo appropriatamente allestito. In questo modo la piccola paziente è libera di starsene a casa e non in ospedale migliorando significativamente la compliance della paziente e la qualità di vita dell’intera famiglia.

Commentando gli eccezionali risultati di questo nuovo metodo terapeutico, il professor Egidio Barbi e il professor Andrea Taddio della Clinica pediatrica dell’Irccs triestino sottolineano che: «La missione di chi si occupa di curare i bambini è quella di farlo al meglio possibile, cercando di prendersi carico non solo del paziente, ma di tutta la famiglia, in particolare limitando il più possibile i giorni di ricovero. Molti anni fa, – proseguono – il Burlo è stato il primo Ospedale italiano a istituire il Day Hospital, regime ospedaliero che permetteva, per la prima volta, di poter erogare prestazioni diagnostiche e terapeutiche a bambini affetti da condizioni non acute in regime di ricovero giornaliero, permettendo così di lasciare i bambini e le loro famiglie a casa. Il Burlo – affermano – dopo 50 anni fa ancora scuola. La terapia elastomerica permette, infatti, la prosecuzione di una terapia antibiotica lunga, di molti giorni, anche due-tre settimane, in regime domiciliare, minimizzando gli accessi del personale infermieristico e lasciando ampia libertà di movimento al paziente e alla famiglia, con un deciso impatto sulla qualità di vita, soprattutto nei pazienti con malattia cronica complessa, destinati a terapie ripetute e lunghe. Un passo avanti non indifferente – concludono Barbi e Taddio -, possibile solo grazie alle sinergie e alla capacità di visione della cura presenti nei vari reparti dell’Istituto».

Estremamente positivo anche il commento del dottor Gabriele Cont, presidente della Fondazione Burlo Garofolo Ets: «In ogni progetto che la Fondazione sostiene per l’Irccs – afferma – la salute del bambino e della sua famiglia è sempre una priorità assoluta. Anche questa volta abbiamo mantenuto la nostra parola: oltre ad aver dotato il Burlo di una tecnologia avanzata per la preparazione di farmaci infusionali sterili, grazie all’allestimento in elastomero abbiamo garantito che l’innovazione, la qualità assistenziale e l’ottimizzazione delle risorse ricadessero non solo a beneficio del nostro amato Irccs, ma anche di tutto il territorio regionale.
Il nostro obiettivo principale – continua Cont – è che i mezzi messi a disposizione dalla Fondazione, dal Presidente Goop della Beneficentia Stiftung e dalla Regione Friuli Venezia Giulia rappresentino un’opportunità di crescita a 360 gradi per l’intero servizio sanitario territoriale. Ci impegniamo affinché queste risorse promuovano innovazione, ricerca scientifica, sostenibilità, attenzione all’ambiente, condivisione e senso di appartenenza, perché – conclude – ‘IoSonoFVG’ e garantire la salute dei nostri bambini richiede un impegno costante, con competenza, passione, gioco di squadra e cuore. Curare un bambino è cosa seria».