Si tratta, infatti, di un braccialetto in plastica, di colore bianco, a chiusura irreversibile, che reca stampati i dati anagrafici ed i dati che consentono di identificare in modo univoco e certo il paziente, il cui scopo è quello di annullare i rischi derivanti da eventi avversi, legati a uno scambio di persona e, quindi, di trattamento terapeutico.
Questo sistema di identificazione, iniziato in via sperimentale al pronto soccorso di Empoli, è destinato ad essere esteso anche ai pazienti ricoverati negli altri reparti del San Giuseppe e negli altri complessi ospedalieri dell’Asl 11.
Il braccialetto è un sistema identificativo complementare al sistema attualmente esistente sia a livello ospedaliero sia a livello territoriale detto di identificazione attiva.
L’identificazione attiva presuppone la collaborazione dell’utente cui il personale medico e sanitario chiede sempre di riferire il proprio nome prima di intervenire con prestazioni diagnostiche, terapeutiche o assistenziali (somministrazione di farmaci, prelievo di campioni biologici, trasfusione di sangue, intervento chirurgico).
Con il braccialetto i sanitari potranno confrontare i dati che vi sono stampati con quelli riferiti dal paziente, assicurando perciò la piena certezza e la totale sicurezza dei trattamenti che stanno per erogare.
In alcuni casi il paziente potrebbe percepire come fastidioso o addirittura inutile il procedimento di identificazione, ma tali sensazioni sono certo sopportabili se comparati all’importanza che riveste un corretto riconoscimento per la propria salute.