Biopsia Prostatica Fusion: metodica innovativa adottata dalla UOSD di Urologia del Vannini di Roma
Al Vannini di Roma è possibile eseguire la Biopsia Prostatica Fusion, metodica di ultima generazione al servizio della prevenzione del carcinoma alla prostata. Per l’esecuzione della Biopsia Prostatica con metodo Fusion è sufficiente che il paziente abbia eseguito, in precedenza, la Risonanza Magnetica multiparametrica ed abbia con sé il supporto informatico, contenente le immagini.
La RM multiparametrica non fa uso di radiazioni ionizzanti ma si basa sul principio della radiofrequenza ed è pertanto da considerare non invasiva. La Biopsia Prostatica Fusion costituisce la migliore metodica di tipo radiologico sia nel tratteggiare l’anatomia della prostata e dei tessuti limitrofi sia nell’individuare lesioni neoplastiche prostatiche. Per questo l’Ospedale Vannini si è dotato di un apparecchio ecografico dedicato, con software incorporato per Prostate Fusion Biopsy ed ha attivato, presso la UOSD di Urologia diretta dal dott. Flavio Forte, un Servizio di Biopsia Prostatica Fusion che contribuisce ad aumentare la qualità dell’offerta sanitaria nell’ottica del miglioramento continuo delle cure intrapreso da anni.
La Biopsia Prostatica Fusion è una procedura altamente innovativa, che permette di integrare le immagini ecografiche con quelle della risonanza magnetica multiparametrica. Le due immagini così sovrapposte forniscono una rappresentazione tridimensionale della prostata che permette di distinguere il tessuto sano da quello malato e di individuare e raggiungere con l’ago da biopsia, durante l’esame, la massa tumorale.
In pratica, la fusione delle immagini della risonanza magnetica a quelle ecografiche permette all’Urologo di mirare sulle zone in cui è più probabile che ci sia una lesione tumorale, riducendo al minimo la possibilità di non individuare il tumore.
La Biopsia Prostatica Fusion si articola attraverso le seguenti fasi: le immagini della risonanza si visualizzano sul monitor dell’ecografo e si identificano e “contornano” le zone sospette segnalate, in collaborazione stretta tra urologo e radiologo; viene introdotta la sonda ecografica prostatica transrettale; viene avviata la procedura software di fusione delle immagini ecografiche con quelle della risonanza magnetica e si effettuano i prelievi bioptici con ago TRU-CUT standard.
Se la fusione spaziale è avvenuta in modo preciso, i prelievi bioptici risulteranno perfettamente centrati all’interno delle zone sospette identificate dalla RM multiparametrica. Questo trasforma la biopsia prostatica in una tecnica bioptica precisa e mirata, che porta a significativa riduzione del numero dei prelievi, con sensibile riduzione del discomfort per il paziente.
Confrontando i risultati della biopsia eco-guidata con quelli della tecnica fusion si osserva un netto calo di casi falsi-negativi: si passa, infatti, dal 30% a un valore inferiore al 10%.
Le complicanze di questa metodica sono le stesse della biopsia prostatica tradizionale, ma la loro incidenza si manifesta più bassa. Questo deriva dal fatto che il numero di prelievi bioptici risulta inferiore.
Come detto, per eseguire una Biopsia Prostatica Fusion, è necessario eseguire preventivamente una Risonanza Magnetica Multiparametrica: questo esame sfrutta il principio delle radiofrequenze e costituisce la migliore metodica di tipo radiologico sia nel tratteggiare l’anatomia della prostata e dei tessuti limitrofi sia nell’individuare lesioni neoplastiche prostatiche. Viene considerata una procedura non invasiva. L’esame si definisce multiparametrico in quanto effettua una valutazione morfologica, una valutazione funzionale ed una valutazione metabolica (tre parametri) e prevede l’uso di apparecchiature di ultima generazione ad alto campo ed una particolare dotazione a livello di hardware e software, finalizzata all’ottenimento del più particolareggiato dettaglio morfo-funzionale.