I progetti di adeguamento che saranno realizzati nei prossimi mesi nei servizi di Pronto soccorso dei 6 ospedali della provincia e nelle aree di terapia semi-intensiva e intensiva sono stati illustrati dai vertici della Conferenza territoriale sociale e sanitaria e dell’Azienda Usl-Ircss di Reggio Emilia.
“Si tratta di interventi di estrema importanza, che sono frutto anche di un lavoro costante e spesso silenzioso di tutti i membri della Conferenza territoriale, a partire dall’Ufficio di presidenza, che pensiamo e speriamo utile nell’affiancarsi a quanto ha messo in campo l’Ausl di Reggio, che ancora una volta ringrazio, nostro primo fronte in questa battaglia, a partire ovviamente dal personale sanitario”, ha detto il presidente della Provincia e della Ctss, Giorgio Zanni, aprendo la conferenza stampa che, nel rispetto delle normative anti-Covid19, si è svolta da remoto attraverso la piattaforma Lifesize ed alla quale, oltre ai sindaci che compongo l’Ufficio di presidenza Ctss, hanno preso parte anche quelli dei comuni sede di ospedale.
“I due filoni di investimento che l’Ausl è già pronta per realizzare, sono estremamente importanti per rimettere in sicurezza la rete provinciale dell’emergenza-urgenza e per potenziare i posti-letto delle terapie intensive e semintensive”, ha aggiunto Zanni ribadendo come “al netto di voci e preoccupazioni, nessuno abbia mai parlato, e nemmeno pensato, di chiudere i Pronto soccorso di Scandiano e Correggio, la cui attività è stata semplicemente sospesa, ai primi di marzo, nell’ambito di quella riorganizzazione che il nostro sistema sanitario ha dovuto inevitabilmente affrontare per fronteggiare, e superare, questa difficile emergenza”.
“La speranza è che questi lavori, per i quali è già pronta la progettazione preliminare, possano partire il più velocemente possibile e, come rappresentanti delle istituzioni, la sollecitazione che ci sentiamo di rivolgere al commissario straordinario ed al Governo è che si individuino regole certe e chiare e si presti particolare attenzione per snellire quella parte di burocrazia che, troppo spesso, rallenta i tempi di realizzazione di interventi, anche di estrema importanza come questi”, ha concluso il presidente Giorgio Zanni.
Sono stati quindi i vertici dell’Azienda Usl-Ircss di Reggio Emilia ad illustrare nel dettaglio i progetti di adeguamento delle aree di Terapia semi-intensiva e intensiva e dei servizi Pronto Soccorso dei 6 ospedali del nostro territorio che, per un investimento complessivo di quasi 16 milioni (15.940.000 euro per la precisione), dovranno rendere compatibili dotazioni, percorsi dei pazienti e spazi di lavoro con le necessità che la situazione epidemica comporta.
I fondi sono di provenienza ministeriale, stanziati per rispondere a quanto indicato dalle Linee di indirizzo per il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid-19 emanate dal Ministero della Salute. Sui tempi di realizzazione dei progetti sono attese indicazioni dal commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri.
Superato il picco epidemico rimane attuale il rischio di diffusione del virus con un andamento che non è possibile prevedere, perciò è importante consolidare nelle sedi ospedaliere un approccio organizzativo in grado di fare fronte rapidamente a future emergenze. Il diffondersi del contagio, a partire da fine febbraio, ha imposto di organizzare sedi, personale e risorse con l’obiettivo di ottimizzarne l’efficienza nelle aree a elevata criticità e creare settori e percorsi differenziati per pazienti con sospetto o accertato contagio da Covid.
“L’Azienda Usl di Reggio Emilia è stata chiamata, come tutte le aziende del Servizio sanitario nazionale, a riorganizzarsi per fronteggiare possibili emergenze attraverso il potenziamento dei settori che l’esperienza recente ha mostrato essere più direttamente coinvolti nel percorso del paziente: le terapie intensive, semi-intensive e i Pronto soccorso” ha spiegato Cristina Marchesi, direttore generale dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia.
Dall’analisi dei primi dati emersi rispetto alla pandemia da SARSCoV-2 è stato rilevato che circa il 50% dei pazienti positivi al virus hanno avuto necessità di ricovero ospedaliero e, di questi, circa il 15% è stato destinato alla terapia intensiva o ad area ad alta intensità di cura per periodi di qualche settimana.
Nella fase più complicata dell’epidemia, inoltre, una parte della pressione derivante dalla richiesta assistenziale si è riversata sui Pronto occorso ospedalieri con un numero di accessi assai più elevato rispetto agli standard. L’incertezza sugli sviluppi della curva epidemica richiede, perciò, di rendere definitive alcune soluzioni provvisorie adottate nella fase emergenziale e di introdurne di nuove, con la finalità di tenere separati e sicuri i percorsi per i pazienti positivi e creare aree di permanenza dedicate a chi è in attesa di diagnosi.
“Nella prima settimana di marzo, con l’impennata di casi registrati nella nostra provincia è stata temporaneamente sospesa l’attività dei Pronto soccorso degli ospedali di Scandiano e Correggio e ridotta a 12 ore quella del PS di Montecchio. A essere rimasti aperti nelle 24 ore sono, tuttora, i Pronto soccorso degli ospedali di Reggio Emilia, Guastalla e Castelnovo ne’ Monti”, ha ricordato Giorgio Mazzi, direttore del Presidio ospedaliero provinciale, sottolineando come “i progetti che presentiamo siano finalizzati a renderli pienamente adeguati agli scenari che potrebbero presentarsi”.
“La messa a regime di queste misure organizzative richiederà interventi complessi sotto il profilo logistico e impiantistico. In tutte le sedi si tenderà a evitare, per quanto possibile, interferenze sullo svolgimento delle attività ordinarie” ha precisato Eva Chiericati, direttore amministrativo.
Gli interventi interessano la distribuzione degli spazi e sono accomunati dalla necessità di individuare un punto di pre-triage in corrispondenza della c.d. camera calda, per dividere il flusso dei pazienti: i casi negativi e quelli potenzialmente sospetti. In ciascuna sede è prevista la realizzazione di due accessi: uno per gli approfondimenti in area a pressione negativa, uno per il PS tradizionale in assenza di sintomatologia riconducibile al virus.
In ogni PS quest’impostazione è stata declinata secondo gli spazi disponibili e secondo la vocazione dello stabilimento ospedaliero. Anche gli impianti subiranno un rinnovamento, con particolare attenzione a nuove apparecchiature di trattamento, filtrazione e distribuzione dell’aria secondo sistemi di regolazione automatica.
I principali ampliamenti sono previsti sul Pronto Soccorso dell’Arcispedale Santa Maria Nuova e su quello di Guastalla, i due ospedali deputati alla gestione dei pazienti positivi al Covid. Nelle altre sedi, meno sollecitate dalla pressione del virus, si tratterà di modifiche distributive e impiantistiche, queste ultime comunque significative e onerose. Il PS dell’ospedale di Scandiano sarà ampliato con l’assorbimento di spazi ora assegnati ad altri settori. Le modifiche sul PS di Castelnovo ne’ Monti si inseriscono nell’ambito di un progetto di ampliamento già in essere. L’intervento sull’Ospedale San Sebastiano di Correggio vede l’allestimento di una camera calda dedicata al PS, assecondando la vocazione riabilitativa del presidio e la conseguente necessità di preservare la salute dei pazienti trasferiti da altre sedi per evitare improprie commistioni tra questi, fragili e negativi, con quelli potenzialmente positivi in accesso al PS.
Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia: PS generale e pediatrico; investimento: 1.856.840 euro. L’intervento prevede un ampliamento del PS generale pediatrico con la conseguente ristrutturazione interna per consentire la creazione di adeguate aree di attesa e trattamento di pazienti sospetti covid 19, con suddivisione dei percorsi a partire dalla camera calda. Sarà creato anche un pre‐triage. L’area destinata ad accogliere pazienti sospetti è dotata di apposito impianto che garantisce adeguati ricambi aria e pressione negativa.
Ospedale di Guastalla: PS generale; investimento: 1.472.540 euro. L’intervento prevede una riorganizzazione del settore e un parziale ampliamento per la creazione di un pre‐triage e la suddivisione dei percorsi a partire dalla camera calda; una parte del PS viene dedicata a pazienti sospetti, con conseguente adeguamento impiantistico per ricambio d’aria.
Ospedale di Montecchio Emilia: PS generale; investimento: 805.200 euro. L’intervento prevede una riorganizzazione degli spazi con la creazione di un’area dedicata ai pazienti sospetti dotata di accesso autonomo dalla camera calda. L’area loro dedicata sarà dotata di impianto specifico per garantire adeguato ricambio dell’aria.
Ospedale di Castelnovo ne’ Monti: PS generale; investimento: 735.660 euro. In questa sede è in corso un progetto di riqualificazione e ampliamento durante il quale è previsto il trasferimento del PS in un’altra area dell’ospedale, allestita provvisoriamente. L’intervento per l’adeguamento per Covid è articolato sia sull’attuale sede sia sulla sede del PS provvisorio che sarà operativo entro la fine del 2021. Le tecnologie biomediche saranno installate nell’attuale PS e poi trasferite nel PS provvisorio.
Ospedale di Correggio: PS generale; investimento: 1.252.940 euro. L’intervento prevede una riorganizzazione degli spazi con creazione di nuova camera calda di accesso. Viene realizzata un’area dedicata con ingresso autonomo per la gestione dei pazienti sospetti che sarà dotata di impianto dedicato per garantire adeguati ricambi aria e pressione negativa.
Ospedale di Scandiano: PS generale; investimento: 1.357.860 euro.L’intervento prevede una riorganizzazione complessiva degli spazi con la creazione di un’area dedicata ai pazienti sospetti con accesso autonomo dalla camera calda. L’area dedicata sarà dotata di impianto apposito per garantire adeguati ricambi aria e pressione negativa.
Gli interventi tendono a riorganizzare le assegnazioni di posti letto delle aree intensiva e semi-intensiva, con dotazioni impiantistiche idonee a supportare le apparecchiature per la ventilazione e il monitoraggio. L’intento è di rendere fruibili i posti letto sia in regime ordinario che in regime di trattamento infettivologico per alta intensità di cura, con particolare attenzione agli impianti di condizionamento e di ricambio d’aria.
L’obiettivo che l’Ausl di Reggio Emilia ha ricevuto dalla Regione Emilia-Romagna è di raggiungere nei settori terapia intensiva e semi-intensiva la dotazione, rispettivamente, di 12 posti letto e 37 posti letto, 19 dei quali convertibili in terapia intensiva.
Si tratta, di fatto, di un incremento complessivo di 12 posti letto di terapia intensiva e di 27 di semi-intensiva: questa dotazione permetterà di affrontare un’eventuale presenza di infezioni virali protratta nel tempo e utilizzare una parte delle degenze per il pieno recupero delle attività chirurgiche che, nei mesi del picco epidemico, è stato necessario sospendere.
Al temine di questi interventi, l’AUSL di Reggio Emilia disporrà ufficialmente di 32 posti letto di terapia intensiva e 37 posti letto di terapia semi-intensiva: 15 posti letto in Pneumologia al Santa Maria Nuova, di cui 6 convertibili in intensiva; 6 posti letto presso l’attuale semi-intensiva post-operatoria del SMN, di cui 3 convertibili in intensiva; 10 posti letto presso la Medicina d’urgenza del SMN, di cui 4 convertibili in intensiva; 6 posti letto presso l’Unita Internistica Multidisciplinare di Guastalla, tutti convertibili in intensiva.
Potenziamento dei settori di assistenza semi-intensiva e intensiva degli ospedali di Reggio Emilia e Guastalla. Settore assistenza intensiva: Il progetto prevede la realizzazione di ulteriori 12 posti letto di terapia intensiva al Santa Maria Nuova attraverso la conversione di altrettanti posti letto di terapia semi-intensiva i quali saranno trasferiti in un attiguo settore di prossimo allestimento. Investimento: 3.681.350 euro.
Medicina D’Urgenza Santa Maria Nuova: investimento 1.675.182 euro. Il progetto prevede il rifacimento impiantistico per la trasformazione di 10 posti letto da degenza ordinaria a degenza semi-intensiva, con 4 posti convertibili all’occorrenza in assistenza intensiva. Nel reparto è già presente un’area con 4 posti letto di alta intensità che sarà oggetto di intervento per la sola parte impiantistica.
Pneumologia Santa Maria Nuova: investimento 1.815.970 euro. Il progetto prevede il rifacimento impiantistico per la trasformazione di 11 posti letto da degenza ordinaria a degenza semi-intensiva portando la dotazione a 15 posti complessivi, 6 dei quali convertibili in degenza intensiva. Nel reparto è già presente un’area con 4 posti letto di alta intensità che non necessita di adeguamenti.
Unità Internistica Multidisciplinare Ospedale Guastalla: investimento 1.115.934 euro. È prevista la trasformazione di 4 stanze di degenza ordinaria in due stanze da 3 posti letto ciascuna di semintensiva, convertibili per terapia intensiva. Nel reparto interessato dall’intervento sono già presenti 9 posti letto di alta intensità non soggetti a modifiche strutturali ma solo ad adeguamento impiantistico per garantire un sufficiente ricambio d’aria e la pressione negativa.