Secondo uno studio pubblicato recentemente su The Journal of Arthroplasty condotto dalla Boston University School of Medicine e dall’Università della California, il 78% dei siti web americani che descrivono le tecniche mininvasive in ortopedia ne parlano come se fossero migliori rispetto alle altre tecniche. Secondo i ricercatori, è allarmante che questi siti, spesso non redatti da fonti autorevoli come università oppure ospedali, insieme alle informazioni sui vantaggi di quella tecnica propongano al paziente anche la scheda per prenotare la visita online, quasi si trattasse di una mera operazione di marketing.
In Italia, il fenomeno non è ancora così diffuso come in USA ma molti sono i chirurghi che già eseguono questa tecnica, trascinati, forse, anche dalla richiesta sempre più forte dei pazienti – in Italia sono circa 90.000 gli interventi di protesi d’anca all’anno (dati RIOP, 2014).
A seguito del recente aumento delle richieste di interventi mininvasivi per la chirurgia dell’anca da parte dei pazienti, nonostante queste tecniche non abbiamo ancora sufficienti riscontri di pubblicazioni scientifiche, il gruppo del professor Aldo Gualdoli dell’Ospedale di Borgotaro (PR) organizza a Parma il 30 Ottobre il congresso internazionale “La mininvasità nella chirurgia protesica d’anca: soluzioni a confronto” per fare il punto della situazione e capire la dimensione del fenomeno e quali sono i reali vantaggi delle incisioni piccole per il paziente.
Dopo la chirurgia estetica anche l’ortopedia fa ora i conti con la chirurgia mediatica, ovvero il diffondersi nel web di informazioni su tecniche chirurgiche “migliori di altre” che i pazienti richiedono agli specialisti. Secondo il Censis (Rapporto 2014), gli italiani che praticano l’e-health, ovvero cercano online informazioni sulla salute, non sono pochi: il 41,7% si affida a internet per saperne di più su sintomi e trattamenti e, di questi, il 20% contesta l’esattezza di trattamenti e terapie ricevuti dal medico affidandosi alle informazioni ottenute dal web.
Come accadeva 15 anni fa per la chirurgia estetica, oggi sembra toccare agli ortopedici districarsi tra pazienti che hanno eseguito autodiagnosi online e sanno anche quale intervento chirurgico vogliono: i pazienti più precisi richiedono la “tecnica mininvasiva”, quelli più pratici “la cicatrice piccola”, mentre i più alla moda “la bikini incision”, quella che non lascia segno neanche in bikini. “È un fenomeno iniziato lentamente già sette anni fa ma esploso di recente” spiega Aldo Gualdoli. “Quasi un paziente su due, affetto da artrosi dell’anca, entra nei nostri ambulatori chiedendo la tecnica mininvasiva, di cui ha letto in internet, anche quando le indicazioni a quell’intervento non ci sarebbero.
Si tratta di un fenomeno statistico indiscutibile e di cui dobbiamo tenere conto” aggiunge Gennaro Fiorentino. “Paragonando l’e-commerce al fenomeno a cui stiamo assistendo, si potrebbe affermare che, oggi, sopravvive solo il prodotto che è valido e continua ad avere recensioni positive dai clienti; così sembra stia accadendo anche per la chirurgia mininvasiva in ortopedia” spiega l’esperto. E conclude “Usando l’analogia con l’e-commerce, il fatto che tanti pazienti la richiedano può solo significare che il prodotto funziona.”
Queste le premesse che hanno portato il professor Aldo Gualdoli, direttore del Reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Borgotaro (Parma) e il suo aiuto, il dottor Gennaro Fiorentino – che gestiscono uno dei siti di informazione ortopedica più forti sul Google – a voler fare il punto della situazione, organizzando un congresso scientifico internazionale, su una tecnica chirurgica che non incontra il favore di tutti gli ortopedici, ha dimostrato indiscutibili vantaggi clinici ma non ha sufficienti pubblicazioni e, nonostante questo, è molto richiesta dai pazienti che trovano ogni informazione sul web.
Fenomeno mediatico che segue la moda o le incisioni più piccole sono un reale beneficio per il paziente? Di questo discuteranno a Parma il 30 Ottobre 2015 i maggiori esperti di chirurgia d’anca a confronto su varie tecniche al congresso internazionale “La mininvasità nella chirurgia protesica d’anca: soluzioni a confronto.”