Una procedura di impianto sottocutaneo di defibrillatore che sta facendo il giro del mondo porta la firma di un medico del Carlo Poma. L’ha ideata Andrea Droghetti (nella foto), responsabile delle attività di chirurgia toracica di Mantova e Cremona con importante esperienza di chirurgia oncologica polmonare, che ha il merito di avere dato vita in questi anni a trattamenti chirurgici mini-invasivi ultraspecializzati per lo scompenso cardiaco e la prevenzione di morte improvvisa. Il professionista ha appunto creato una nuova tecnica di impianto, modificandola in modo significativo rispetto alla sua versione originaria e riducendone l’invasività.
Ogni anno circa 50mila persone in Italia e oltre 350mila in Europa vengono colpite da arresto cardiaco improvviso, un’aritmia maligna che può avere esito letale se non si interviene con tempestività. Questa patologia colpisce anche i giovani, spesso durante lo svolgimento di attività sportive.
L’evoluzione tecnologica ha portato oggi alla disponibilità di defibrillatori impiantabili nella parete del torace – chiamati S-ICD o defibrillatori sottocutanei – che hanno il grande vantaggio di non entrare nel cuore, pur controllandolo perfettamente a distanza, in modo meno invasivo, ma altrettanto sicuro.
La tasca toracica sottocutanea di inserimento del defibrillatore è stata sostituita con una tasca anatomica intermuscolare del torace, ideale per allocare il defibrillatore. Sono stati inoltre introdotti blocchi anestesiologici del torace eco-guidati che hanno reso possibile eseguire l’impianto del defibrillatore sottocutaneo in pazienti svegli, senza più la necessità di anestesia generale. L’intervento può quindi essere eseguito senza ricovero, in regime di day-hospital o ambulatoriale.
Lo specialista ha presentato nel 2015 a un meeting di esperti europei ad Amsterdam il primo impianto eseguito a Mantova. Da allora gli sviluppi di questa nuova tecnica sono stati straordinari. Hanno portato a una riduzione drastica delle complicanze e delle infezioni post-impianto, permettendo ai sistemi di essere molto più efficienti e rendendo quasi invisibile il defibrillatore. Per tutti questi motivi, oggi nel mondo l’80 per cento degli impianti di SICD è ormai eseguito mediante la tecnica intermuscolare a due incisioni ideata e standardizzata dallo specialista dell’ASST di Mantova.

Droghetti è molto impegnato a divulgare la procedura: ha pubblicato articoli scientifici su prestigiose riviste scientifiche internazionali, ha contribuito alla redazione di un libro edito da Piccin ed è responsabile scientifico della creazione di cartoon scientifici in 3D che descrivono la tecnica di impianto. Sempre su questo fronte, il chirurgo del Poma svolge attività formativa in tutta Europa e Medio Oriente ed è inoltre docente di Master dedicati alla tecnica chirurgica ed ai blocchi anestesiologici eco-guidati presso l’Università di Barcellona.
A seguito di una lezione magistrale tenuta a Paola, il sindaco del comune calabrese Roberto Perrotta ha voluto donare ad Andrea Droghetti una targa della città con il ricordo di San Francesco da Paola, come riconoscimento del grande lavoro svolto a favore di milioni di pazienti che possono oggi beneficiare di questa innovativa tecnica chirurgica.