L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e l’Azienda USL insieme per assicurare ai pazienti fragili provenienti dalle Case Residenza per Anziani percorsi “protetti” che, in presenza di patologie complesse ma non acute né urgenti, evitino loro, dove possibile, il ricovero. Il percorso, realizzato in collaborazione con l’Assessorato al Welfare del Comune di Modena, è stato avviato a gennaio 2019, a integrazione di quello già attivo sugli ospedali AUSL della provincia.
“L’estensione del progetto a Modena – sottolinea Andrea Spanò, Direttore del Distretto sanitario di Modena – garantisce in città percorsi assistenziali protetti, condivisi e concordati tra il personale medico e infermieristico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e i Medici di Medicina Generale e gli infermieri che operano nelle strutture per anziani, pubbliche e private accreditate. Una sinergia tra ospedale e territorio che va a vantaggio del paziente”.
“Tra gli impegni prioritari – aggiunge il responsabile del progetto per AUSL Modena, Luca Gelati – c’è il miglioramento della comunicazione tra operatori del territorio e dell’ospedale per umanizzare i percorsi dei pazienti anziani ospiti delle CRA”.   
Sono due le figure di coordinamento per il Distretto di Modena, Antonia Morritti e Maria Squillante dell’Area Fragili distrettuale. In base al percorso, al Policlinico di Modena e all’Ospedale di Baggiovara è identificato un referente all’interno del Dipartimento di medicina Interna Generale, d’Urgenza e Post Acuzie che si interfaccia col medico della struttura per valutare i singoli casi.   
“L’obiettivo del progetto – spiega il prof. Antonello Pietrangelo, Direttore del Dipartimento di medicina Interna Generale, d’Urgenza e Post Acuzie – è evitare, attraverso il contatto diretto tra medico della struttura e medico internista ospedaliero, che pazienti anziani e fragili con patologie internistiche complesse siano inviati al Pronto Soccorso del Policlinico e di Baggiovara per problemi che non hanno il carattere dell’urgenza e che possono essere risolti attraverso un confronto tra medici della CRA e dell’AOU o l’esecuzione di indagini diagnostiche e percorsi costruiti ad hoc. Stiamo quindi parlando di pazienti che necessitano per lo più di un approfondimento clinico, di indagini diagnostiche o procedure terapeutiche non urgenti ma differibili, mentre per le urgenze il percorso corretto resta quello di contattare il 118”.   
Le strutture coinvolte nel progetto sono la Medicina Interna del Policlinico e, all’Ospedale Civile, la Medicina Interna Gastroenterologica, la Medicina Interna Metabolica, la Geriatria. Il progetto si avvale anche della collaborazione di tutte le altre strutture di medicina dell’AOU di Modena.   
“Stiamo parlando – aggiunge il prof. Pietrangelo, coordinatore del progetto per l’AOU – per lo più di sospetta traumatologia minore, problematiche infettivologhe, neurologiche, gastroenterologiche o cardiovascolari non urgenti. Abbiamo previsto che per i pazienti con problematiche traumatologiche, neurologiche, vascolari ci si rivolga ad internisti dell’Ospedale Civile, ed in caso di quadri infettivologici o pneumologici a internisti del Policlinico.In tutti gli altri casi la chiamata potrà essere rivolta indifferentemente a una delle due sedi”.
“Per garantire risposte sanitarie sempre più a misura dei bisogni dei cittadini, oltre che efficaci e di qualità soprattutto nei confronti di una fascia fragile e in forte aumento come quella della popolazione anziana – afferma l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Modena, Roberta Pinelli – l’integrazione tra azienda sanitaria e ospedaliera e tra i professionisti che vi lavorano, si rivela ancora una volta fondamentale, così come il coinvolgimento di chi si occupa quotidianamente dell’assistenza alle persone anziane. Per questo occorre continuare a migliorare e a interrogarsi su come innovare i servizi interessando a vari livelli tutti i soggetti del territorio coinvolti e le stesse famiglie degli utenti “.   
Il percorso prevede che il medico della struttura contatti il referente di uno dei due ospedali, in base al suo sospetto diagnostico. Insieme, decidono se monitorare il paziente in struttura, organizzare “pacchetti diagnostici” dedicati e, in caso sia necessario, programmare un ricovero. Nei primi sei mesi dall’attivazione del progetto, l’AOU di Modena ha ricevuto 18 chiamate. Di queste, solo 2 hanno necessitato un ricovero . Per le altre sono stati effettuati interventi diagnostici in ospedale e trattamenti in struttura con la terapia concordata tra l’internista ospedaliero e il medico, a tutto vantaggio del benessere dei pazienti stessi.