In occasione della Giornata mondiale del Parkinson, Zambon ha ufficialmente presentato i risultati del suo studio SYNAPSES teso a indagare l’uso di safinamide in contesto reale in sei paesi europei.
Safinamide è un farmaco multimodale con un duplice meccanismo d’azione, dopaminergico e non dopaminergico, che offre un approccio innovativo nella gestione dei sintomi motori e non motori e delle complicanze motorie.
SYNAPSES è uno studio osservazionale di coorte retrospettivo/prospettico, internazionale, multicentrico, condotto su 1.610 pazienti seguiti per un periodo fino a 12 mesi. L’osservazione prospettica è stata scelta poiché in molti paesi ci si aspettava che l’inizio dello studio coincidesse con la commercializzazione del farmaco, mentre la parte retrospettiva è stata condotta per includere anche i pazienti che avevano iniziato il trattamento prima dell’inizio dello studio.
Lo studio è stato concepito per includere potenzialmente tutti i pazienti trattati con safinamide secondo la pratica clinica2 e indagare l’uso di safinamide in contesto reale in sei paesi europei in particolare in popolazioni di pazienti non ben rappresentate nelle sperimentazioni cliniche, come i pazienti di età superiore a 75 anni, con malattie psichiatriche o con comorbilità rilevanti. I Paesi interessati sono stati Belgio, Germania, Italia, Spagna, Svizzera e Regno Unito e lo studio è stato condotto in 128 centri di neurologia e geriatria specializzati nel trattamento della PD.
L’obiettivo primario era valutare l’insorgenza di eventi avversi nei pazienti trattati con safinamidein condizioni reali per 1 anno nella prima fase post-commercializzazione come segnalati dagli sperimentatori, seguito da un’analisi condotta nella popolazione complessiva e in alcuni sottogruppi di interesse, nella fattispecie nei pazienti con età superiore a 75 anni e in quelli con comorbilità rilevanti.
Gli obiettivi secondari includevano la descrizione delle caratteristiche dei pazienti trattati con safinamide secondo la pratica clinica e la descrizione dei regimi terapeutici con safinamide in contesto reale, nonché le valutazioni motorie come misurate in base alla scala UPDRS III.
Durante l’osservazione, il 45,8% dei pazienti ha manifestato eventi avversi, il 27,7% ha manifestato reazioni avverse al farmaco e il 9,2% ha manifestato eventi avversi seri. Gli eventi avversi osservati sono stati quelli descritti nel foglietto illustrativo di safinamide. La maggioranza degli AE è stata di grado lieve o moderato e si è risolta completamente senza rilevare differenze tra i sottogruppi di pazienti. Sono stati osservati miglioramenti clinicamente significativi nel punteggio UPDRS motorio e nel punteggio UPDRS totale nel ≥40% dei pazienti. La percentuale di pazienti che ha manifestato AE in un anno di trattamento con safinamide in condizioni reali è risultata inferiore del 30% rispetto alla percentuale osservata negli studi cardine della durata di sei mesi. Il tasso di incidenza mensile di AE è risultato molto basso, 0,07 AE per paziente al mese.
Pur essendo stata l’AE segnalato con maggiore frequenza, nello studio SYNAPSES la discinesia si è manifestata con una frequenza inferiore che nei precedenti studi cardine.
Il prof. Giovanni Abbruzzese, del dipartimento DINOGMI dell’Università di Genova, Italia, ha dichiarato: “Questo studio in contesto reale conferma la sicurezza e la tollerabilità dell’uso di safinamide come terapia aggiuntiva in pazienti con fluttuazioni e suggerisce che safinamide può essere un’opzione efficace e sicura anche in sottogruppi di pazienti critici, ovvero i pazienti anziani e quelli con comorbilità e disturbi psichiatrici.”
È stato dimostrato che safinamide riduce le fluttuazioni motorie del 40-50% con efficacia visibile già a 4 mesi, in particolare sull’effetto di “wearing-off” e sulle fluttuazioni del primo mattino che colpiscono la maggioranza dei pazienti con PD. Il trattamento farmacologico delle fluttuazioni motorie è difficile e rimane una reale esigenza insoddisfatta. Questo effetto rapido e significativo di safinamide può essere spiegato dal suo duplice meccanismo d’azione, dopaminergico e glutammatergico. C’è un’importante correlazione tra fluttuazioni motorie e costi annuali della PD: le spese medie dei pazienti con fluttuazioni motorie sono generalmente due-tre volte superiori rispetto a quelle dei pazienti senza fluttuazioni.
Il prof. Alessandro Stefani, UOSD Parkinson, Università Policlinico Tor Vergata, Roma, ha affermato: “La maggior parte dei pazienti trattati con levodopa soffre, dopo anni, di fluttuazioni motorie che comportano un peggioramento significativo della loro qualità di vita. Lo studio Synapses ha dimostrato come safinamide sia in grado di ridurre le fluttuazioni motorie ed il wearing-off, senza aumentare le discinesie, migliorando di conseguenza la qualità di vita e potenzialmente riducendo l’impatto economico della malattia”.
Lo studio Synapses ha confermato la sicurezza e la tollerabilità di safinamide come terapia aggiuntiva in pazienti con fluttuazioni e in gruppi speciali di soggetti. Età, comorbilità o disturbi psichiatrici concomitanti sembrano non avere alcun effetto rilevante sul suo profilo di sicurezza. Le complicanze motorie e i punteggi motori sono migliorati, con risultati clinicamente significativi sulla scala UPDRS mantenuti nel lungo periodo. Questi risultati suggeriscono che safinamide può essere un’opzione efficace e sicura per la gestione delle fluttuazioni motorie nei pazienti trattati con levodopa.
Paola Castellani, Global Chief Medical Officer e Patient Access Head di Zambon, ha concluso: “Ascoltando i medici che trattano la PD abbiamo appreso quanto sia importante offrire a medici e pazienti una scelta di opzioni terapeutiche, soprattutto nell’area della PD in cui le esigenze di ogni paziente sono altamente specifiche e vanno individuate con precisione per gestire i sintomi sia motori che non motori. In Zambon forniamo approcci terapeutici innovativi per contribuire a tenere sotto controllo diversi sintomi associati alla PD e il nostro obiettivo è e sarà sempre sostenere la comunità medica e scientifica attraverso studi, formazione ed eventi scientifici e aiutare le persone affette da PD collaborando con le loro associazioni a livello globale al fine di meglio comprendere le esigenze insoddisfatte dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita.”
La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce le cellule nervose del cervello che controllano il movimento. È la seconda malattia neurodegenerativa più comune, attualmente colpisce circa 1,2 milioni di persone in tutta Europa e si prevede che questo numero raddoppierà nei prossimi 10 anni. Si tratta di una condizione disabilitante con un forte impatto sulla qualità di vita di pazienti e caregiver, essendo associata a sintomi motori, come tremore a riposo, bradicinesia e rigidità, e a sintomi non motori, come depressione, apatia, disturbi del sonno, dolore o disturbi gastrointestinali. La gestione farmacologica corrente è basata principalmente su farmaci sintomatici. Le terapie farmacologiche tradizionali per la PD puntano a ripristinare i livelli di dopamina nel cervello, ma sono limitate dalle complicanze a lungo termine, come fluttuazioni motorie e discinesia. Inoltre, i farmaci attualmente disponibili solitamente non alleviano i sintomi non motori. Si ritiene che altri neurotrasmettitori, oltre alla dopamina, in particolare il glutammato, svolgano ruoli importanti nella patogenesi di sintomi primari, fluttuazioni motorie, discinesia e potenzialmente nella perdita di cellule neuronali. Safinamide è un farmaco multimodale un con duplice meccanismo d’azione, dopaminergico, che offre un approccio innovativo nella gestione dei sintomi motori e non motori e delle complicanze motorie.