Ampliamento a Bergamo del Progetto ORIGIN
Il progetto ORIGIN, promosso dall’Istituto Mario Negri, allarga i suoi confini e approda anche nella città di Bergamo. Finora sono state più di 4.300 le adesioni ottenute. Questo il numero dei cittadini dei 18 comuni della bassa e media Val Seriana e Val Gandino che hanno compilato il questionario, disponibile online – collegandosi al sito origin.marionegri.it – o in forma cartacea presso il Municipio o le biblioteche comunali, utile a raccogliere le informazioni sulla propria esperienza COVID-19.
Lo scopo del Progetto ORIGIN rimane sempre lo stesso: indagare se esista una relazione tra fattori genetici e malattia da COVID-19. L’ipotesi alla base è che le variazioni dell’assetto genetico di un individuo possano avere un’influenza sulla gravità della malattia COVID-19 e possano spiegare le diverse risposte all’infezione. E proprio in questi giorni, è stato dato il via alla seconda fase del progetto. I primi volontari selezionati sono stati contattati per un colloquio con i medici del Centro di Ricerche Cliniche Aldo e Cele Daccò di Ranica e per effettuare le indagini genetiche utili allo studio.
“È stata fondamentale la collaborazione di tutti i cittadini – afferma Marina Noris, Capo Laboratorio di Immunologia e Genetica – Ognuno è stato preziosissimo a suo modo: da chi ha compilato il questionario a chi si è speso, in prima persona, per farsi portavoce dell’Istituto tra la popolazione. Un particolare ringraziamento va ai sindaci dei 18 Comuni coinvolti, insieme ai referenti individuati. Ma sono stati importantissimi anche i medici di base, le farmacie, le biblioteche, le associazioni e tutti i cittadini che si sono impegnati nella promozione del progetto. È grazie alla dedizione di ognuno di loro se oggi abbiamo raggiunto questo importante risultato”.
Con dicembre il questionario online – che rimane attivo per i 18 Comuni della Val Seriana e Val Gandino – sarà aperto alla città di Bergamo e ad altri 5 nuovi comuni: Gorle, Pedrengo, Scanzorosciate, Seriate, Torre Boldone.
“La forte attenzione al progetto e la grande partecipazione – dichiara Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri – ci hanno mostrato che tutti i cittadini vogliono fare la loro parte per sconfiggere il virus. Perché questo non è solo un progetto di laboratorio: ogni partecipante è un piccolo ricercatore che contribuisce attivamente al successo dell’impresa. È un vero e proprio progetto di comunità. Forti di questo, vogliamo aprirci ad una fase altrettanto importante: l’ampliamento del progetto anche alla città di Bergamo e ai comuni di collegamento tra la città e la Val Seriana. È un passo fondamentale. La nostra ricerca non potrà mai essere totalmente completa se non includerà anche il nostro capoluogo”.
“Ho accolto con entusiasmo l’invito del “Mario Negri” ad estendere a Bergamo il progetto ORIGIN – afferma Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo – perché lo considero un’importante occasione per saldare la ricerca scientifica alla partecipazione dei cittadini. L’esperienza del COVID è destinata a lasciare un segno profondo nella nostra comunità: non c’è famiglia che non ne sia stata toccata, spesso purtroppo in modo drammatico. Credo quindi di interpretare il desiderio di molti miei concittadini nel dire che vogliamo renderci utili a conoscere meglio la natura di questa malattia, perché da un evento luttuoso sia possibile trarre il beneficio di un avanzamento della ricerca scientifica. Invito pertanto i cittadini che nei mesi scorsi hanno personalmente fatto l’esperienza del COVID ad aderire numerosi al progetto, compilando il questionario pubblicato sul sito origin.marionegri.it”.
“Ci auguriamo che i cittadini dei nuovi comuni accolgano con altrettanto entusiasmo questo progetto – afferma Ariela Benigni, Segretario Scientifico e Coordinatore delle Ricerche – Abbiamo bisogno della partecipazione di tutti, in particolare di coloro che hanno avuto forme gravi di COVID-19: nei loro geni si cela il segreto attraverso cui il virus colpisce. Vogliamo scoprirlo per poterlo combattere. Lo studio ORIGIN sarà il fiore all’occhiello della comunità bergamasca che, anche se fortemente provata da questa epidemia, ha sempre la forza di rialzarsi e andare avanti”.