All’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo due giorni di formazione specialistica sul tumore alla prostata e le complicanze funzionali post – operatorie
Le patologie urologiche maschili sono in crescita. Alcune destinate a peggiorare con l’età mentre, paradossalmente, per altre si registra la crescente presenza di pazienti giovani. Basti pensare che in Italia il tumore alla prostata colpisce ogni anno circa 40.000 uomini, che di ipertrofia prostatica benigna soffre il 43% dei settantenni italiani, che il 35 % delle disfunzioni erettili non risponde alla terapia farmacologica, che l’incontinenza urinaria interessa dal 4% al 12% degli uomini over 50 anni.
Si aggiunga che gli uomini italiani sono reticenti su questi temi, si rivolgono con difficoltà all’urologo, spesso affrontano i problemi quando le patologie sono in fase avanzata, sottovalutano le parole-chiave che, ancora una volta, sono “prevenzione e diagnosi precoci”
La buona notizia è che la ricerca è inarrestabile, le soluzioni terapeutiche più efficaci, i medici e le strutture ospedaliere più competenti con risultati che, per esempio per il tumore alla prostata, possono arrivare al 90% di guarigione; nonostante l’impiego di tecnologie avanzate come il robot, l’incontinenza e la disfunzione erettile rimangono però i problemi principali post prostatectomia.
Si colloca in questo contesto la due giorni di formazione avanzata per urologi che si terrà all’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo mercoledì e giovedì, 23 e 24 novembre. Urologi di varie regioni italiane affronteranno le tematiche più attuali, sperimenteranno le soluzioni più innovative, partecipando dal vivo agli interventi nelle sale operatorie dell’Ospedale.
Coordinatore di questo corso il dottor Ivano Morra, direttore Urologia dell’Ospedale S.Croce e Carle che –importante ricordarlo – è una delle 13 strutture ospedaliere italiane recentemente premiate da Fondazione Onda nell’ambito del progetto Best Practice per i “migliori percorsi ospedalieri per la gestione delle complicanze funzionali urinarie e sessuali post operatorie del tumore della prostata”. Ad affiancarlo, autorevoli clinici che trasferiranno competenze e sapere ai colleghi partecipanti al corso.
La lotta senza quartiere alle complicanze da prostatectomia radicaleè tema centrale del Corso che analizzerà gli strumenti e le soluzioni funzionali disponibili per aiutare i pazienti sottoposti a prostatectomia ad affrontare le complicanze dopo l’asportazione, prime fra queste la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria.
La disfunzione erettile viene affrontata nella fase iniziale soprattutto con terapie farmacologiche. In alcuni casi però la risposta ai trattamenti orali o iniettivi, con prostaglandine iniettate direttamente nel tessuto del pene, può essere inadeguata o assente. In questi casi l’impianto di una Protesi Peniena può essere risolutivo per ripristinare la piena funzionalità dell’organo. L’impianto prevede l’inserimento di piccole protesi, semirigide o idrauliche, che consentono una erezione non difforme da quella naturale. Tutti i componenti della protesi sono impiantati sottocute e non sono visibili dall’esterno, un aspetto fondamentale per l’accettazione e la rassicurazione dei pazienti
Nell’incontro verranno affrontate anche le criticità legate a queste soluzioni funzionali. Le protesi peniene sono infatti previste dalla sanità pubblica ma il sistema dei DRG prevede rimborsi ampiamente inadeguati. Per questo, pur riconoscendo l’efficacia “risolutiva” degli impianti protesici, non a tutti i pazienti sono garantiti il medesimo accesso alle cure e pari diritti.
Il secondo tema cruciale è l’incontinenza urinaria che colpisce a seguito dell’intervento demolitivo di prostatectomia persistendo, nel 10% dei casi, anche a lungo. La soluzione più diffusa è, attualmente, l’impiego di pannoloni con impatti pesantissimi nella vita quotidiana. Anche per questa disfunzione la nuova frontiera è rappresentata da dispositivi medici innovativi fra cui gli sfinteri urinari artificiali. La protesi riproduce gli organi naturali e viene occultata all’interno del corpo permettendo di ripristinare appieno le funzioni vitali. Lo studio “Artificial Urinary Sphincters as a Treatment for Post Prostatectomy Severe Urinary incontinence in Italy”, evidenzia che dopo questo impianto il paziente può arrivare a ridurre il quotidiano impiego di pannoloni passando da una decina a 0/1 al giorno. Non mancano, anche qui, le criticità . Basti ricordare che il SSN copre solo il 24% dei pazienti affetti da incontinenza urinaria e idonei all’impianto di sfinteri urinari, mentre le protesi peniene sono previste dalla Sanità pubblica ma, come anticipato, i rimborsi sono ampiamente inadeguati.
L’Urologia dell’ospedale Santa Croce di Cuneo si distingue per la capacità di offrire ai pazienti con tumore alla prostata un percorso unico, non solo oncologico ma anche riabilitativo e chirurgico, per risolvere i problemi legati alla prostatectomia radicale. Per questo, l’obiettivo del Corso non è solo formare specialisti al trattamento dell’incontinenza e della disfunzione erettile, ma diffondere la sensibilità verso problemi che hanno un impatto devastante sulla qualità di vita del paziente e della coppia.
Commenta, in proposito il dottor Morra: “da anni mi occupo, oltre che di oncologia, anche dei problemi funzionali connessi a questi interventi; credo che sia importante offrire ai pazienti che operiamo per tumore alla prostata, un servizio a 360° che si occupi sia dell’aspetto oncologico, che dell’incontinenza e della disfunzione erettile. Dopo l’intervento, il paziente non si deve sentire abbandonato e trascurato; per questo è nato all’ospedale Santa Croce l’”Ambulatorio Salute Uomo” dove i nostri pazienti vengono seguiti, già dal momento della diagnosi, sotto tutti i punti di vista”.