Continua la collaborazione tra le Aziende Sanitarie dell’Emilia-Romagna per aumentare sempre di più l’offerta assistenziale e la qualità delle cure offerte ai pazienti. Dopo la stipula della convenzione con il Policlinico Sant’Orsola, ha preso il via un nuovo progetto di ricerca che vede l’impegno comune di Azienda USL di Bologna e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara.

Sono stati infatti eseguiti all’ospedale Maggiore dell’Azienda USL di Bologna e all’ospedale di Cona i primi interventi di impianto transcatetere di valvola aortica o “TAVI”, effettuati da team chirurgici congiunti delle due Aziende Sanitarie.

Questi interventi si inseriscono all’interno di un progetto più ampio: lo studio “TRACS”, coordinato dalle Unità Operative di Cardiologia dell’Azienda USL di Bologna e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. Si tratta di uno studio randomizzato in cui i pazienti vengono indirizzati alla procedura di TAVI in un centro non necessariamente dotato di cardiochirurgia. Obiettivo dello studio è dimostrare che l’esecuzione di questo intervento nei centri senza cardiochirurgia assicura gli stessi esiti della procedura eseguita nei centri con cardiochirurgia, migliorando i tempi di attesa e la qualità di vita dei pazienti.

Nelle settimane che hanno preceduto l’esecuzione delle procedure i medici delle Cardiologie delle due Aziende hanno selezionato e incluso i primi pazienti nello studio. Questi, come da protocollo, sono poi stati “randomizzati” per eseguire la procedura di TAVI nel centro con e senza cardiochirurgia. Nelle giornate dell’11 e 12 luglio sono stati trattati con questa procedura i primi pazienti presso i centri senza cardiochirurgia. I professionisti che hanno composto le equipe chirurgiche per l’esecuzione degli interventi erano, per la Cardiologia dell’ospedale di Bologna, il dott. Gianni Casella e il dott. Giampiero Nobile e, per la Cardiologia dell’ospedale di Cona, il dott. Carlo Tumscitz e il dott. Carlo Penzo.

I primi 3 pazienti operati all’Ospedale Maggiore e all’Ospedale di Cona sono rispettivamente 2 uomini e una donna tra gli 86 e 88 anni che presentavano una diagnosi di stenosi aortica severa per la quale la TAVI è stata considerata, dai medici che li avevano in cura e dal cardiochirurgo, l’opzione preferibile rispetto all’intervento chirurgico tradizionale. La procedura è durata circa 50 minuti e i pazienti sono rimasti sempre vigili e collaboranti.

“Stiamo lavorando per ampliare e qualificare le possibilità di cura, di alto livello, per i cittadini residenti nel Ferrarese, ovviamente sempre con la massima sicurezza possibile – commenta la dott.ssa Monica Calamai, Commissaria Straordinaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara -. Potersi curare in strutture più prossime a dove si abita è sicuramente un valore aggiunto, così come lo è la collaborazione tra Aziende del Sistema Sanitario Regionale dell’Emilia Romagna. A Ferrara lo stiamo facendo con lo IOR di Bologna per l’ospedale di Argenta e con il Sant’Orsola di Bologna per la chirurgia epatobiliopancreatica, cui si aggiunge ora questa convenzione con l’Ausl di Bologna che porterà reciproci vantaggi e che rappresenta anche una occasione importante dal punto di vista formativo per i nostri professionisti”.

“Siamo orgogliosi dell’avvio di questo studio che avrà una ricaduta importante nella riduzione delle liste d’attesa, valorizzando le competenze sviluppate dai Cardiologi dell’Ospedale Maggiore, nell’ambito di una pluriennale collaborazione con il Policlinico di Sant’Orsola” sottolinea Paolo Bordon, Direttore Generale dell’Azienda USL di Bologna.

Negli ultimi anni è stato sviluppato il trattamento mini-invasivo della stenosi aortica: la TAVI. Questa procedura si esegue in sedazione tramite un accesso arterioso che consente, attraverso un catetere, di collocare sopra la valvola originale una valvola biologica che sostituisce nel funzionamento quella malata. La scelta tra chirurgia tradizionale e TAVI viene svolta sulla base delle caratteristiche del paziente in una discussione condivisa tra cardiologi e cardiochirurghi. L’intervento ha la durata di circa un’ora e non prevede circolazione extra-corporea. Per lo svolgimento della procedura è cruciale anche il supporto del personale infermieristico e radiologico. Gli infermieri sono parte attiva nella gestione del paziente per mantenerlo collaborante durante le diverse fasi della procedura e nella preparazione della valvola che poi sarà impiantata. Se non ci sono complicanze durante l’intervento, il paziente viene fatto alzare dopo 12-18 ore e la durata del ricovero è, generalmente, di 3-5 giorni.

Le Unità Operative di Cardiologia dell’Azienda USL di Bologna e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara sono le promotrici dello studio TRACS, risultato vincitore della Ricerca Finalizzata promossa dal Ministero della Salute, e che dovrà arruolare in 3 anni oltre 500 pazienti. Lo studio si propone di dimostrare che la procedura di TAVI eseguita su pazienti affetti da stenosi aortica severa è sicuro, fattibile ed efficace anche nei centri senza cardiochirurgia. I pazienti interessati dallo studio sono quelli con diagnosi di stenosi aortica severa sintomatica.

La stenosi valvolare aortica è una patologia degenerativa associata all’invecchiamento che colpisce la valvola aortica e, quando diventa sintomatica, riduce drasticamente la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti. Si tratta della più comune patologia valvolare cardiaca nei paesi industrializzati. Si verifica quando la valvola aortica non funziona correttamente e il sangue fatica a passare al suo interno, ostacolando la funzione di pompa da parte del cuore. Il trattamento più indicato è l’intervento chirurgico di sostituzione valvolare aortica. Da ormai 10 anni è possibile, in alcune categorie di pazienti (più anziani e fragili), eseguire anche la procedura di TAVI, ovvero l’impianto percutaneo di una nuova valvola aortica. Fino ad oggi questa procedura è stata ed è eseguita solo nei centri che dispongono di un’unità operativa di cardiochirurgia.

Il team scientifico che ha ideato lo studio TRACS – supportato da evidenze scientifiche e dalla standardizzazione dei criteri per selezionare nel migliore dei modi i pazienti più idonei – ha ipotizzato che fosse possibile eseguire tali procedure anche in centri senza cardiochirurgia. Requisito fondamentale è che questi centri avessero già una consolidata esperienza nella selezione, gestione e trattamento di pazienti con stenosi aortica severa e procedura di TAVI.

Lo studio è multicentrico e, oltre ai centri Emiliani, saranno coinvolti anche centri cardiologici della Toscana, Piemonte e Veneto.