All’ospedale di Cesenatico arriva la neuroriabilitazione robotizzata
Un robot che aiuta i pazienti con disabilità motoria a camminare di nuovo. E’ il Lokomat, dispositivo robotizzato di ultima generazione, il primo di questo tipo ad essere installato in una struttura sanitaria pubblica della Romagna.
Grazie alla generosa donazione della Fondazione FRUTTADORO F.O.R il reparto di Medicina Riabilitativa dell’ospedale Marconi di Cesenatico diretto dal dottor Andrea Naldi, si è dotato di questa attrezzatura all’avanguardia, del valore di circa 200.000 euro, per la Neuroriabilitazione robotizzata svolta con un trattamento innovativo che arricchisce ma non sostituisce l’attività riabilitativa intensiva tradizionale.
Il Lokomat è un dispositivo robotico che consente l’allenamento fisiologico del cammino in modo ripetitivo e massimale per pazienti affetti da patologie neurologiche che devono recuperare l’uso degli arti inferiori. Il nuovo dispositivo offre un apporto tecnologico di grande valore nella terapia della locomozione funzionale, programmabile in base alla esigenze del paziente e combinato con un sistema di feed-back. E’ costituito da un tapis roulant, da un sistema di scarico del peso del paziente, da un doppio esoscheletro controllato elettronicamente che consente di riprodurre uno schema motorio assimilabile alla normale deambulazione. Grazie all’esoscheletro gli arti inferiori si muovono sincronicamente al tapis roulant. Contemporaneamente il paziente riceve un feedback visivo attraverso un monitor sul quale viene virtualmente riprodotta l’attività motoria svolta.
Questo passo così impostato dal sistema robotico, permette un afflusso di informazioni attraverso sensori ed un sistema di biofeedback in grado di modulare l’attività nervosa centrale e, di conseguenza, favorire il recupero in pazienti affetti da numerose patologie quali esiti di traumi spinali e cranici, esiti di ictus, Morbo di Parkinson, sclerosi multipla.
I vantaggi complessivamente offerti dal Lokomat: consente una terapia altamente intensiva anche nelle prime fasi della riabilitazione; assicura un modello di andatura fisiologica con un feedback sensoriale essenziale attraverso esoscheletro regolabile individualmente e modalità di andatura; fornisce un supporto per l’assistenza necessaria con la forza di guida e il supporto del peso corporeo, adattati individualmente alle capacità del paziente; aumenta la partecipazione del paziente agli esercizi mediante il Feedback delle prestazioni aumentate; offre un’analisi oggettiva e una documentazione dei progressi del paziente.
Il percorso di accesso alla riabilitazione robotizzata prevederà una visita medica fisiatrica necessaria al fine di individuare le indicazioni e le controindicazioni, previste dalla ditta produttrice, per l’utilizzo corretto e sicuro del Lokomat. Tutto il personale tecnico destinato all’utilizzo dell’apparecchiatura robotica è stato certificato dopo un corso di formazione specifico.
Il reparto di Medicina Riabilitativa di Cesenatico. E’ inserito dal 2005 nella rete regionale per la riabilitazione delle persone con Grave Cerebrolesione acquisita. Nell’ultimo decennio il reparto, diretto dal dottor Andrea Naldi, e dal suo collaboratore dottor Flores Arlotti, ha progressivamente acquisito competenze sempre più qualificate per i suoi interventi rivolti a pazienti affetti da Ictus Ischemico, Emorragia Cerebrale e Trauma Cranico diventando un riferimento all’interno dell’Azienda Usl della Romagna.
I dati di attività del triennio 2015-2017 contano una media di 90 nuovi ricoveri all’anno per pazienti affetti da Stroke Ischemico e da Grave Cerebrolesione su base traumatica o vascolare.
I pazienti ricoverati sono stati trasferiti direttamente dalla terapia intensiva o da un reparto per acuti in stretta integrazione con i reparti del Trauma Center di Cesena, al fine di garantire la continuità del percorso assistenziale-riabilitativo.
Obiettivo principale del progetto riabilitativo realizzato durante il ricovero è il recupero delle capacità funzionale del paziente tale da consentirgli il reinserimento nei tempi più brevi possibili nel proprio contesto di vita sociale e famigliare. A tale riguardo risulta significativo il dato della destinazione del paziente alla dimissione dal reparto che lo vede tornare al proprio domicilio nel 90% dei casi.