Una valvola di nuova generazione, la bioprotesi valvolare aortica Hydra, è stata impiantata per via percutanea nel cuore di un anziano bergamasco di 82 anni affetto da stenosi aortica.
Una procedura mininvasiva Valve-in valve in anestesia locale con sedazione cosciente ma senza l’impiego del mezzo di contrasto iodato per non aggravare un’insufficienza renale severa: sono questi gli elementi dello straordinario intervento portato a termine con successo dall’équipe del dottor Maurizio Tespili, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio e coordinatore dell’Area Cardiologica degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi.
Il paziente aveva subito, 20 anni fa, un intervento cardiochirurgico di sostituzione valvolare aortica con posizionamento di una bioprotesi che, nel tempo, è degenerata rendendone quindi necessaria la sostituzione. La procedura di sostituzione percutanea normalmente necessita del mezzo di contrasto, strumento essenziale che permette ai chirurghi di avere una visione più nitida delle coronarie e delle valvole, ma che avrebbe però provocato un danno irreversibile ai reni del paziente, già gravemente compromessi, costringendolo alla dialisi.
L’équipe del dottor Tespili, formata dal dottor Maurizio Tespili, dottor Alfonso Ielasi e dottor Massimo Medda, ha quindi elaborato una procedura ‘alternativa’, più complessa e tecnicamente impegnativa, per preservare i reni del paziente, escludendo il metodo di contrasto e intervenendo unicamente sotto la guida dei raggi X e dell’ecografia transtoracica. Si tratta di un primato internazionale per l’ospedale milanese in relazione all’utilizzo con questa tecnica, priva di contrasto, della nuova bioprotesi valvolare aortica Hydra.
L’intervento è durato 1 ora e 15 minuti ed è stato eseguito in anestesia locale con sedazione cosciente, con il paziente sveglio e reattivo. L’intervento, che ha comportato una breve degenza, ha risolto in maniera definitiva la problematica del paziente che dovrà sottoporsi solamente alle consuete visite periodiche di follow-up.
“Abbiamo scelto di percorrere una strada diversa rispetto a quella tradizionale, più complessa, che ci ha permesso di raggiungere il nostro scopo, ovvero sostituire la valvola aortica, senza danneggiare i reni. Questo è stato possibile solo grazie alla grande esperienza della mia équipe” ha spiegato il dott. Tespili.