Un nuovo sistema ecografico, con il relativo software, è a disposizione degli specialisti di Urologia all’Angelo, e fa fare un salto alla precisione e all’efficacia degli accertamenti sui tumori che colpiscono la prostata. La strumentazione di cui si è dotato l’Ospedale di Mestre, spiega il Primario, fonde in un unico esame i due principali sistemi utilizzati fin qui, la risonanza magnetica e la biopsia prostatica: “Il tumore della prostata è il tumore più frequente nell’uomo – dice il dottor Franco Merlo – ma nella grande maggioranza dei casi non evidenzia sintomi o segni precoci. Per giungere alla diagnosi, quindi, si ricorre in primo luogo alla visita urologica con la verifica del PSA, cioè del dosaggio nel sangue di una proteina specifica della prostata; ma poi si ricorre a due differenti analisi strumentali: in primo luogo la risonanza magnetica multiparametrica, che può individuare per via radiologica le aree in cui è possibile la presenza di un tumore; a seguire si esegue la biopsia prostatica: si arriva alla prostata con l’aiuto di un un endoscopio e si preleva un piccolo campione del tessuto della prostata da analizzare in laboratorio”. Questi due esami strumentali, entrambi necessari ed entrambi utili, venivano fin qui fatti dialogare tra di loro dalla competenza dello specialista, e in realtà il secondo, la biopsia per il prelievo dei campioni da analizzare, non poteva tenere conto in modo automatico della mappatura radiologica effettuata in precedenza con la risonanza magnetica, così che i sondaggi effettuati con la biopsia potevano non essere fatti nella zona identificata come sospetta dall’esame radiologico. 
“La nuova apparecchiatura, in funzione da dicembre ultimo scorso, associa le immagini della risonanza magnetica – spiega il dottor Merlo – con quelle raccolte per via endoscopica in tempo reale durante la biopsia: un passo in avanti decisivo per un esame che solo all’Angelo viene effettuato su circa 300 persone ogni anno. Il nuovo ecografo, di alta gamma, è dotato di un sofisticato software che letteralmente fonde tra loro le immagini dei due sistemi, consentendo finalmente all’urologo di eseguire biopsie con precisione chirurgica, andando a prelevare il campione là dove lo suggerisce la risonanza effettuata in precedenza. I vantaggi di tale metodica, definita come ‘fusion biopsy’ sono evidenti: minor numero di prelievi necessari, minori complicanze, maggior accuratezza”. In sintesi, non più biopsie “casuali” su tutta la prostata ma estremamente precise e focalizzate sulle aree sospette, sotto la guida delle immagini realizzate dalla risonanza magnetica.
Il nuovo ecografo ha comportato un investimento circa 150.000 euro. E’ il primo di questo genere in funzione negli ospedali dell’Ulss 3 Serenissima, e può utilizzare, nella procedura di fusione tra le immagini della risonanza magnetica e quelle della biopsia, anche con esami di risonanza magnetica eseguiti al di fuori dell’Ospedale dell’Angelo. “Accanto al Robot Da Vinci, in funzione all’Angelo dal 2015 con centinaia di interventi eseguiti – sottolinea il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – l’Ulss 3 Serenissima aggiunge, per rendere più efficace il lavoro degli specialisti di Urologia, anche quest’ultima dotazione tecnologicamente avanzata nella diagnosi del tumore prostatico. Tutta la miglior efficacia della diagnosi poi, se si evidenzia un tumore, viene messa al servizio del lavoro di cura. Che all’Ospedale di Mestre, vede coinvolti tutti gli specialisti interessati, Urologi, Oncologi, Radioterapisti, Medici Nucleari, Anatomo-patologi, in un approccio multidisciplinare ormai indispensabile per combattere un tumore che solo in Veneto colpisce circa 3.500 persone ogni anno, e che concentra il oltre il 26% dei casi nella fascia d’età tra i 50 e i 69 anni”.