Alla Casa della Salute Valdese di Torino un progetto di telemedicina con l’ECG Watch
L’ASL Città di Torino, nella persona del Direttore Generale Dott. Valerio Fabio Alberti e il Politecnico di Torino nella persona del Rettore prof. Marco Gilli, hanno stipulato lo scorso agosto 2016 un accordo di collaborazione istituzionale per lo sviluppo, l’implementazione, il sostegno e la promozione di progetti di interesse comune relativamente alla ricerca medico-chirurgica in ambito territoriale e ospedaliero. In particolare tra i progetti avviati tra i due Enti, vi è quello della Teleassistenza, che ha come referente per il Politecnico il prof. Pasero e per l’ASL Città di Torino il dott. Giammaria e il dott. Tegani.
Uno dei primi percorsi assistenziali che si svilupperà nella Casa della Salute, inaugurata presso la sede dell’ex Ospedale Valdese, è quello dello scompenso cardiaco e, proprio inserito nella disciplina di Cardiologia, vi è il primo progetto di telemedicina: l’ECG Watch. Si tratta di un dispositivo elettronico medico non impiantabile, rilevatore del tracciato
elettrocardiografico e consiste in uno strumento da polso munito di due elettrodi mediante i quali il paziente può registrare una striscia di elettrocardiogramma di 10 o 20 secondi e successivamente inviarlo allo specialista che potrà seguire il paziente in tempo reale.
Le due istituzioni stanno lavorando per passare dal prototipo a un dispositivo con marchio CE medicale e in futuro ottenerne anche il brevetto.
L’ECG viene inviato a un’applicazione del telefonino del paziente, da cui poi viene trasmesso alla centrale di controllo e processato dal team di esperti secondo i protocolli del caso. Tra le principali patologie cardiovascolari che possono avvalersi dell’ECG Watch ci sono lo scompenso cardiaco e la prevenzione dell’ictus ischemico provocato dalla fibrillazione atriale. Queste due patologie costituiscono un problema sanitario emergente, con rilevanti ripercussioni sui costi sanitari dovute principalmente alle numerose e spesso prolungate ospedalizzazioni.
Il telemonitoraggio domiciliare, integrato con un intervento educativo sui pazienti, può permettere una gestione clinica a domicilio ottimizzata e in tempo reale dei pazienti riducendo i ricoveri e gli accessi al Pronto Soccorso, migliorando la prognosi e la qualità di vita.
L’utilizzo del telemonitoraggio in questi pazienti permette di riconoscere in anticipo i primi segni di scompenso cardiaco e di intervenire efficacemente e, nel caso della prevenzione dell’ictus, consente di riconoscere precocemente l’insorgenza della fibrillazione atriale e di intervenire tempestivamente sul paziente con la terapia anticoagulante orale.
I software gestionali permettono inoltre di impostare dei limiti soglia personalizzati che automaticamente attivano segnali di allarme con richiesta di un intervento specifico di risposta che può essere rappresentato ad esempio dall’invio di messaggi educazionali e raccomandazioni sull’aderenza alla terapia o sulla necessità di un controllo clinico in ambulatorio.
Rimane inoltre fondamentale che i pazienti inquadrati nel programma ricevano un’appropriata informazione sulla malattia ed un’educazione specifica all’automonitoraggio e all’autocura, senza dimenticare l’equilibrio tra l’uso dell’alta tecnologia e il mantenimento di un alto e proficuo contatto umano con i pazienti.
I registri internazionali hanno mostrato chiaramente che nei pazienti con scompenso cardiaco o ictus cerebrale criptogenetico molte delle fasi di instabilizzazione e molti ictus cerebrali stessi potrebbero essere evitati se venisse migliorato il percorso di follow-up domiciliare, sia nella fase vulnerabile post-dimissione sia nelle fasi a medio e lungo termine. Le nuove tecniche di controllo a distanza dei parametri vitali e dello stato di salute possono contribuire a prevenire molti fattori favorenti un’instabilizzazione stimolando precoci interventi terapeutici e/o appropriate modifiche comportamentali.
Tutto ciò è possibile solo nell’ambito di un progetto che preveda l’istituzione di “cabine di regia” costituite dal Medico di Medicina Generale, dagli specialisti Medici Cardiologi coadiuvati dai Neurologi e dal personale infermieristico opportunamente addestrato all’interpretazione e allo screening delle informazioni. Queste cabine di regia rappresentano il punto di contatto reale tra l’Ospedale e il Territorio e si inseriscono perfettamente nella logica regionale delle Case della
Salute di recente istituzione.