Il dottor Alberto Pecchio è stato nominato questa mattina direttore della Struttura complessa di Chirurgia Vascolare dell’ospedale Cardinal Massaia di Asti, in seguito alla procedura di selezione tenutasi nei giorni scorsi. L’incarico diventerà effettivo a breve e avrà durata quinquennale.

Classe 1967, il dottor Pecchio si è laureato nel 1994 in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Torino e ha successivamente conseguito due specializzazioni, in Chirurgia Generale e in Chirurgia Vascolare.

Vive ad Asti, lavora dal gennaio 2019 al Cardinal Massaia, sempre presso la struttura di Chirurgia Vascolare, dove attualmente ricopre l’incarico di direttore facente funzione. In precedenza può vantare una lunga e qualificata esperienza in diverse strutture di Chirurgia Vascolare degli ospedali piemontesi: dal 2002 al 2008 presso il Maggiore della Carità di Novara, dal 2008 al 2010 alle Molinette di Torino, dal 2010 al 2018 al Mauriziano, sempre a Torino. Ha preso parte complessivamente a oltre 8.000 interventi di chirurgia vascolare ed endovascolare, in elezione e in urgenza.

All’attività ospedaliera affianca quella dell’insegnamento presso l’Università degli Studi di Torino. In particolare, è attualmente docente al 4° anno della Scuola di specializzazione in Chirurgia Vascolare, e in passato è stato tutor sia all’Università degli Studi di Torino che all’Università del Piemonte Orientale.

Ha partecipato a una cinquantina di pubblicazioni scientifiche, è membro della Commissione “Studio della legislazione sanitaria sul rischio professionale” dell’Ordine dei Medici di Torino.

“Il dottor Pecchio è un professionista di valore e di esperienza, con la sua nomina si stabilizza la conduzione di un reparto di grande importanza per l’ospedale di Asti – commenta il direttore generale dell’Asl At Flavio Boraso -. Ora procederemo progressivamente nel definire la direzione di altre strutture aziendali: confidiamo di poter disporre, anche in questi casi, di candidati che ci permettano di rispettare lo standard qualitativo che ci siamo prefissati”.