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Al San Matteo di Pavia importante intervento chirurgico della mano

Un importante e delicato intervento di rivascolarizzazione del pollice della mano destra è stato eseguito al San Matteo su un uomo di 56 anni.
Il paziente è stato trasferito dall’Ospedale di Melegnano, poiché per l’effettuazione di questa operazione chirurgica sono richieste specifiche competenze tecniche e strumentazioni di cui pochi centri dispongono in Lombardia.
L’intervento è stato realizzato da Guido Forini, giovane chirurgo specializzato in microchirurgia e chirurgia della mano, che opera presso la struttura di Ortopedia e Traumatologia, diretta da Francesco Benazzo. La rivascolarizzazione del pollice, onerosa sia come tecnica che come durata, ha tenuto l’equipe chirurgica impegnata in sala operatoria per nove ore e ha rappresentato il momento più qualificante di un intervento più ampio che ha interessato anche i diversi tessuti della mano.
“L’intervento di vascolarizzazione del pollice si rende necessario poiché quest’ultimo, maggiormente rispetto alle altre quattro dita, rappresenta un elemento essenziale per la funzionalità complessiva della mano e deve essere effettuato ogni sforzo per il suo salvataggio – spiega il chirurgo Guido Forini -. L’operazione è consistita nel collegare un vaso sanguigno sano, diretto ad altre strutture, al pollice, in maniera da ripristinarne la circolazione sanguigna e permetterne la sopravvivenza”.
“Ritengo che un Ospedale come il San Matteo debba sempre porsi come centro importante per accogliere chi, come il paziente operato per tante ore dal Dottore Forini, non trovi accoglienza in nessun altro ospedale della Lombardia, come è stato – dichiara il Direttore della Struttura di Ortopedia, Francesco Benazzo -. Ho accettato volentieri e immediatamente questo paziente perché abbiamo posto in essere le competenze specifiche per eseguire questo tipo di chirurgia ultraspecialistica in tanti anni di lavoro, e la nostra mission è quella di dare risposta ai pazienti per ogni tipo di patologia ortopedico-traumatologica, inclusa la traumatologia della mano e dell’arto superiore. Il sacrificio di tante ore di lavoro notturno sarà ricompensato dalla soddisfazione di un paziente che potrà utilizzare un organo vitale come la mano”.
L’equipe chirurgica era composta, oltre che da Guido Forini, da altri due ortopedici, Pietro Costa e Alberto Combi, un medico specializzando in formazione, Chiara Martocchi e un anestesista, Gianluca Ragni, con il supporto di due strumentisti, Felicia Pastore ed Emidia Venditti, ai quali va il ringraziamento dell’Ospedale.

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