Sei ore di intervento, oltre 3mila punti di sutura e due dita alzate in segno di vittoria al risveglio dall’anestesia. Ha 13 anni e viene dal Brasile la piccola paziente che nei giorni scorsi è stata operata dall’Unità di Ricostruzione Intestinale del Meyer, guidata dal professor Antonino Morabito, con un delicato intervento di ricostruzione intestinale autologa.
Il professore e il suo team hanno condotto un intervento chirurgico eccezionale, durato oltre 6 ore, per ricostruire l’intestino dalla piccola. La bambina, a causa di una malattia congenita, aveva la sindrome dell’intestino corto: un’insufficienza intestinale secondaria a complicazioni di gastroschisi che la obbligava alla nutrizione parenterale totale e le causava un gravissimo malassorbimento. Il team del professor Morabito con questa delicatissima operazione ha ricostruito l’intestino della piccola, restituendogli le due caratteristiche che lo fanno funzionare bene: un diametro adeguato e una motilità normale.
Per arrivare a questo il team ha dovuto rimuovere un segmento di intestino precedentemente trattato ed eliminare grappette metalliche risalenti ai precedenti interventi. Un ulteriore segmento fibrotico con scarsa funzionalità intestinale è stato inoltre resecato. Fatto questo, hanno “disteso” l’intestino recuperando in lunghezza e riportandone il diametro a una dimensione normale, tra i 2 e i 3.5 cm.
Tale ricostruzione chirurgica è stata eseguita utilizzando una tecnica chirurgica chiamata “Spiral Intestinal Lengthening and Tailoring”, tecnica di alta specializzazione in ambito ricostruttivo intestinale.
La situazione della piccola, prima dell’intervento, era seria al punto che in Brasile, dopo due interventi non andati a buon fine, non le erano state date speranze di sopravvivenza. Il suo intestino aveva perso completamente la peristalsi e si era dilatato tantissimo con il risultato che qualsiasi cosa mangiasse finiva per “stagnare”, fermentando, con gravi conseguenze e il rischio di complicanze gravi. Adesso sta bene e ha già ridotto l’apporto di nutrizione parenterale.
Quello sulla piccola è il secondo intervento che l’Unità – che oggi è l’unica realtà in Europa in grado di utilizzare tutte le tecniche ricostruttive descritte in letteratura e che si candida a diventare centro di riferimento europeo – ha condotto in pochi giorni.
La bambina è stata seguita da un team multidisciplinare del quale fanno parte, oltre ai chirurghi, anestesisti, gastroenterologi, dietiste, pediatri e psicologhe del Meyer.
La bambina, ora dimessa, è ospitata dalla rete di accoglienza riservata ai piccoli pazienti dell’ospedale, in uno degli appartamenti messi a disposizione dalla Fondazione Bacciotti.
Al Meyer eccellenza europea. Il professor Antonino Morabito è il massimo esperto europeo di chirurgia addominale ed è entrato in servizio al Meyer a maggio, dopo una lunga carriera al Royal Manchester Children’s Hospital, dove è stato direttore del Dipartimento pediatrico di chirurgia rigenerativa intestinale e riabilitazione. Il professore adesso è ordinario di Chirurgia pediatrica e infantile all’Università degli Studi di Firenze e dirige la struttura complessa di Chirurgia pediatrica del Meyer.