In particolare l’acceleratore è costato 1.950.883,60 di Euro dei quali 975.441,80 sono stati finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. La TAC spirale, già installata da qualche mese, è costata 1.020.000 di euro, di cui 510.000 messi a disposizione sempre dalla Fondazione CRM.
Si tratta, nel complesso, di due fondamentali apparecchiature che concorrono a potenziare il ruolo di ospedale di riferimento provinciale e regionale del Policlinico nella cura delle malattie oncologiche.
In questi ultimi quattro anni sono stati spesi ben 14 milioni solo a questo scopo, di cui un terzo donato dalla Fondazione CRM, per migliorare la dotazione delle “tecnologie per la vita”.
L’acceleratore lineare permette l’esecuzione di trattamenti ipofrazionati e a dosi di radiazioni non convenzionali (dose escalation). “Gli acceleratori lineari – spiega il dottor Filippo Bertoni, Direttore della Struttura Complessa di Radioterapia – producono le radiazioni ionizzanti (raggi X ed elettroni veloci) che vengono utilizzati per distruggere le neoplasie senza indurre alterazioni gravi e irreversibili ai tessuti circostanti. La sinergia tra sistemi di controllo e verifica delle prestazioni effettuate e gli acceleratori di ultima
generazione consentono di impostare programmi di ricerca per la valutazione dei risultati dosimetrici e di efficacia biologica di tecniche non convenzionali (IMRT, IGRT, 4D-RT).
L’integrazione dei LINAC con questi sistemi che svolgono un ruolo fondamentale per l’analisi gestionale e controllo delle moderne tecniche di radioterapia quali IMRT, Tomoterapia, 3DBrachiterapia, Radiochirurgia e Stereotassi, ha tre principali finalità: migliorare l’accuratezza del trattamento, rendere l’esecuzione dei trattamenti più efficiente anche in termini di costi e consentire avanzamenti tecnologici per realizzare terapie innovative di alta precisione e di sempre maggiore efficacia”.
Il nuovo LINAC 10 MV consente trattamenti più personalizzati in termini geometrici e dosimetrici e una notevole riduzione della durata delle sedute di trattamento rispetto all’Unità di Cobaltoterapia che è stata dismessa, con significativa riduzione dei tempi di attesa per la radioterapia per tutti gli utenti modenesi. L’alto livello tecnologico inoltre permetterà di offrire trattamenti sofisticati e ricerche innovative per aumentare i vantaggi terapeutici in termini di costo-efficacia per tutte le patologie di interesse radioterapico, in
particolare per quelle che richiedono terapie integrate e percorsi multidisciplinari sia a livello di Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia sia in collaborazione con l’Azienda USL.
Nell’occasione è stata presentata alla cittadinanza anche la nuova TAC spirale “bigbore”, attiva da oltre un anno, che esegue tomografie assiali computerizzate, sfruttando il movimento continuo del lettino del paziente durante la acquisizione delle immagini. Si tratta di uno strumento specifico per la radioterapia ma con caratteristiche qualitative di altissimo livello che potranno essere sfruttate anche dai colleghi della diagnostica per le esigenze dei pazienti obesi e per la radiologica interventistica. La nuova TAC oltre all’attività di routine rappresenta un punto di forza per l’avanzamento tecnologico e per l’elaborazione ed
realizzazione di trattamenti radioterapici 4D con compensazione dei movimenti d’organo.
Con il nuovo LINAC 10 MV, diventano 3 gli acceleratori lineari semplici in dotazione al Policlinico, cui si aggiungono la Tomotherapy e un proiettore di cariche per brachiterapia ad alto dose rate che permette di localizzare un’alta dose in un volume molto piccolo, riducendo la tossicità del trattamento, indicata per il trattamento esclusivo o integrato di neoplasie all’esofago, all’albero trache-bronchiale, dell’apparato genitale femminile e brachiterpia intraperioperatoria.
Il traguardo dell’autosufficienza sarà ulteriormente avvicinato con la attuale attivazione del LINAC 10 MV e con la prossima installazione di un acceleratore presso l’Ospedale di Carpi, collegato alla Radioterapia del Policlinico in una in logica hub-spoke. Inoltre, il Policlinico garantisce la completa diagnostica per imaging biologico-molecolare con la PET-Tc e con la SPECT-Tc attivate negli ultimi tre anni”.
Dal punto di vista assistenziale il Policlinico di Modena gestisce le principali patologie oncologiche con un’organizzazione che considera il paziente al centro del percorso assistenziale e prevede che intorno ad esso si muovano tutti gli specialisti necessari. Ha, inoltre, sviluppato procedure chirurgiche innovative tra cui la chirurgia robotica per l’uro-oncologia, che vanta oltre 100 interventi per tumori alla prostata effettuati con
risultati eccellenti sul fronte delle complicanze e della ripresa post-intervento, con il reintegro di tutte le funzioni compresa quella sessuale. Importante, inoltre è la chirurgia endoscopica per la chirurgia delle neoplasie della base del cranio.
Oltre alla TAC e all’Acceleratore lineare, sono stati acquistati in questi tre anni: la PET-TAC per la Medicina Nucleare (2006), la Brachiterapia HDR (2007-2008), una TAC per la Radioterapia (2008), la Tomotherapy Hi-Art (2008), la Speedy TC (2008) per la Medicina Nucleare. Con queste installazioni di avanguardia sono state poste le basi anche per importanti investimenti su diversi settori di ricerca. Significativo lo studio della Radiologia II sulla possibilità di utilizzo della CAD-Colonscopia (sistema che analizza esami di colonscopia
virtuale ottenuti con la Tomografia Computerizzata ed eseguendo una colonscopia virtuale) per lo screening della popolazione. L’Otorinolaringoiatria sta portando avanti un progetto per ottimizzare i trattamenti delle neoplasie della base cranica: un primo tronco di ricerca riguarderà i neurinomi del nervo acustico, mentre un altro tronco riguarderà l’utilizzo della tecnica endoscopica sia in via esclusiva che combinata con tecniche tradizionali. L’Urologia sta portando avanti, invece, un progetto per confrontare i risultati della Chirurgia robotica con quelli della laparoscopia tradizionale nella chirurgia del colon e della prostata, grazie al robot
“Da Vinci”. Infine, il Progetto COMETA, ha lo scopo di realizzare nel 2010 un centro per lo sviluppo e l’implementazione della diagnostica avanzata, della medicina traslazionale e delle terapie innovative.