Effettuata al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena la prima donazione d’organi a cuore fermo, una procedura complessa in emergenza che apre possibilità importanti nell’attività di trapianto d’organi. Tra il primo pomeriggio di sabato 22 settembre e domenica 23 settembre, circa 30 professionisti del Pronto Soccorso, Rianimazione, Sala Operatoria, Cardiochirurgia, Chirurgia dei Trapianti e Coordinamento Donazione, hanno lavorato ininterrottamente per garantire il buon esito della donazione, molto più complessa rispetto alle consuete donazioni d’organi perché richiede l’intervento di più figure professionali tra cui l’anestesista-rianimatore, il cardiochirurgo, il cardiologo, il perfusionista, il team del coordinamento donazione, gli infermieri e i tecnici di radiologia ed è effettuata in emergenza, in una vera e propria corsa contro il tempo. Questi i fatti: sabato 22 settembre è arrivata al Pronto Soccorso dell’ospedale, dalla provincia di Siena, una paziente trasportata dal 118 in arresto cardiaco. Il personale del 118 ha praticato il massaggio cardiaco durante tutto il tragitto, con grande impegno e dedizione, ma il cuore della donna non è più ripartito. A quel punto, grazie alla straordinaria generosità dei familiari, è stato avviato l’iter per la donazione d’organi e tessuti a cuore fermo. «La paziente – spiega il professor Sabino Scolletta, direttore dell’UOC Rianimazione e Medicina Critica e referente per le emergenze interne dell’AOU Senese – è stata sottoposta ad ECMO, cioè è stata utilizzata una macchina particolare che, grazie al lavoro dei perfusionisti, si sostituisce al cuore e ai polmoni consentendo l’ossigenazione di tutti gli organi mediante la circolazione sanguigna extracorporea. Sono state così attivate le procedure di prelievo d’organo con le diverse équipe chirurgiche a lavoro. La donna ha donato le cornee, la cute e i reni. Nella procedura standard – aggiunge Scolletta – il prelievo di organi è effettuato a cuore battente, perché il donatore è in morte cerebrale; in questo caso invece è stato il cuore ad essersi fermato e gli organi sono stati preservati grazie alle procedure di perfusione extracorporea con ECMO». Questa nuova procedura, già in atto in alcuni ospedali italiani ed esteri, apre prospettive importanti nel campo dei trapianti perché permette di aumentare la disponibilità di organi e di salvare più vite. «Ringrazio il 118 per la grande collaborazione e tutti i professionisti dell’ospedale che hanno lavorato con dedizione e abnegazione – commenta Valtere Giovannini, direttore generale Aou Senese (in foto) – ininterrottamente giorno e notte, per raggiungere questo importante risultato che permetterà di salvare delle vite e ci consente, d’ora in poi, di offrire maggiori opportunità terapeutiche ai nostri pazienti. Un pensiero speciale e un abbraccio alla famiglia della signora, per la straordinaria generosità dimostrata in un momento di profondo dolore». Il primo trapianto di rene, grazie agli organi donati, è attualmente in corso all’ospedale di Siena ed è eseguito dall’équipe coordinata dal dottor Andrea Collini, dell’UOC Chirurgia dei Trapianti di Rene, diretta dal professor Mario Carmellini.