Una terapia a base di melatonina, l’ormone del sonno, può essere efficace contro la sindrome dell’ovaio policistico, molto comune tra le donne e associata a un calo della fertilità. La scoperta è frutto di ricercatori e medici dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Reproductive Sciences, è stato condotto dalla professoressa Rosanna Apa (nella foto), ginecologa del Polo Scienze della Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Gemelli e potrebbe avere ricadute cliniche nella gestione di questo diffuso disturbo.
La sindrome dell’ovaio policistico è il più comune disordine endocrino-metabolico della popolazione femminile in età fertile, colpendo circa il 7-10% delle donne giovani. In Italia, in particolare, colpisce tra il 5 e il 15% delle donne in età riproduttiva.
Il quadro clinico di tale sindrome è caratterizzato da un’eterogenea combinazione di assenza o ridotta ovulazione, irregolarità del ciclo mestruale, iperandrogenismo clinico e/o laboratoristico, acne e presenza di numerosi follicoli di diametro compreso tra 3 e 9 mm e disposti prevalentemente lungo la periferia dell’ovaio, visibili all’ecografia. Il 30-70% delle donne con PCOS presenta, inoltre, obesità androide e dislipidemia e in oltre il 70% dei casi insulinoresistenza e iperinsulinemia compensatoria. Nelle donne con PCOS si osservano non infrequentemente le caratteristiche della sindrome metabolica e un incrementato rischio di sviluppare diabete mellito Tipo 2 e, probabilmente, anche patologie cardiovascolari. Interessando direttamente l’ovulazione, essa è associata a un calo di fertilità.
“Nonostante la precisa causa all’origine della PCOS resti ignota”, spiega la professoressa Apa, “è stato recentemente ipotizzato che un intrinseco stato pro-infiammatorio pro-ossidativo, risultante da uno squilibrio tra l’eccessivo sviluppo di sostanze ossidanti in presenza di un limitato numero di difese antiossidanti, possa avere un ruolo nel determinare, mantenere e/o peggiorare le manifestazioni riproduttive e metaboliche osservate nelle donne con PCOS”. “La melatonina ha una documentata attività antiossidante e per tale motivo abbiamo deciso di utilizzarla nella nostra popolazione di giovani ragazze con PCOS”, afferma l’esperta.
Nello studio sono state coinvolte 40 donne con il disturbo cui è stata somministrata melatonina ogni giorno per sei mesi. Dopo il periodo di trattamento le donne presentavano riduzione statisticamente significativa dei livelli di ormoni androgeni, regolarizzazione dei cicli mestruali, ripristino dell’ovulazione, riduzione di acne e irsutismo.
La melatonina potrebbe proteggere i follicoli dallo stress ossidativo, inducendo anche una corretta maturazione dell’ovocita. “Non a caso in precedenti studi è risultato che la melatonina si trova a concentrazioni elevate nel fluido follicolare”, conclude la professoressa Apa, “segno che ha una funzione fisiologica in questa sede”.
“Il nostro studio è stato il primo a valutare l’effetto della melatonina sulle caratteristiche cliniche, ormonali e metaboliche delle donne affette da PCOS”, sottolinea la ginecologa Apa. “I nostri risultati mostrano come tale sostanza migliori in modo importante le irregolarità mestruali, l’iperandrogenismo biochimico e clinico che queste ragazze presentano”. La particolarità e la novità del nostro studio è che l’agente utilizzato per ottenere questa serie di notevoli miglioramenti clinici e biochimici è un integratore e non un farmaco, privo di effetti collaterali e quindi particolarmente gradito dalle ragazze trattate”, rileva Apa.
“In aggiunta a questo studio clinico”, aggiunge la professoressa Apa, “abbiamo appena concluso un lavoro di base sull’ovaio umano, dimostrando sia la presenza di recettori della melatonina su di esso, sia la secrezione di tale sostanza da parte dello stesso ovaio, sia la sua influenza positiva sulla produzione di ormoni steroidei da parte delle stesse ovaie. Tali risultati suggeriscono un ruolo importante della melatonina nella fisiologia ovarica”.
“Essendo la melatonina considerata un integratore alimentare nella dose da noi utilizzata, non sono necessarie autorizzazioni per il trattamento della sindrome”, sottolinea l’esperta.
È però chiaro che, pur trattandosi di un integratore, “la sua somministrazione per il trattamento della sindrome dell’ovaio micropolicistico deve essere sempre e unicamente valutata e decisa da uno specialista”, conclude.