A Piacenza, in Otorinolaringoiatria, è stato eseguito con successo un intervento di impianto cocleare su una giovanissima paziente affetta da una rara sindrome genetica in corso di ulteriori approfondimenti. È stata la prima volta in Italia nella quale si è utilizzato un nuovo tipo di elettrodo, il più lungo disponibile sul mercato e mai posizionato nel nostro Paese, che consente di stimolare una gamma più ampia di frequenze.

“Grazie anche al supporto dei nuovi strumenti e di tecnologie sempre più all’avanguardia – evidenzia il direttore Domenico Cuda – siamo riusciti a restituire l’udito, per entrambi gli orecchi, a una paziente molto giovane. Questo intervento rappresenta un importante avanzamento nel trattamento dell’ipoacusia, ovvero di quelle condizioni che rendono difficile per una persona sentire i suoni o capire le parole”.

Agnese (il nome di fantasia per rispettare la privacy della ragazzina) oggi ha 13 anni. Ha improvvisamente perso l’udito all’orecchio sinistro da un giorno all’altro, nel 2018, a soli otto anni. Le difficoltà di relazione con gli altri erano per lei complicate anche dal fatto che anche l’orecchio destro aveva problemi di ipocusia fluttuante, che legava la sua capacità di sentire alle variazioni nel tempo. Inoltre, soffriva di vertigini legate alla perdita dell’udito”.

Nel dicembre 2023 Agnese è stata presa in carico nel centro di Audiologia dell’ospedale di Piacenza, in Otorinolaringoiatria. “Dopo una serie di valutazioni audiologiche, eseguite da noi – racconta il professor Cuda – le è stato proposto l’impianto cocleare a sinistra”

L’intervento è stato appunto eseguito a Piacenza qualche mese fa. Ad Agnese è stato impiantato, nell’orecchio sinistro, un nuovo tipo di elettrodo, il più lungo disponibile sul mercato. Il professor Cuda ha operato insieme ai colleghi Giuseppe Di Trapani e Giulia Zambonini.

“Abbiamo utilizzato – raccontano – un software che attraverso lo studio delle immagini Tac e Risonanza magnetica ci ha permesso di misurare l’esatta dimensione cocleare e quindi poter scegliere l’elettrodo più adatto. Pertanto, grazie alle analisi del software, è stata scelto il nuovo elettrodo appena giunto sul mercato, di 34 mm di lunghezza: è la prima paziente in Italia. Il dispositivo, caratterizzato da maggiore lunghezza, consente di stimolare una gamma più ampia di frequenze in base alla lunghezza della coclea del paziente”.

“L’intervento – evidenzia il dottor Di Trapani – è stato eseguito senza alcuna difficoltà, con un accesso alla coclea attraverso la membrana della finestra rotonda e un inserimento lento dell’elettrodo. I test elettro-fisiologici effettuati successivamente hanno confermato il successo dell’operazione: non ci sono state complicanze né dopo l’intervento né durante l’attivazione dell’impianto. A 3 mesi dall’intervento Agnese utilizza il dispositivo regolarmente con ottimali risultati iniziali. L’impianto cocleare rappresenta un importante avanzamento nel trattamento delle condizioni di ipocusia, le nuove tecnologie a nostra disposizione e l’impegno dell’equipe ci permettono di affinare sempre di più le tecniche chirurgiche e di fornire soluzioni personalizzate e avanzate per le esigenze di tutti i pazienti in accordo ai moderni principi della medicina di precisione”.