In occasione del Congresso dell’Accademia LIMPE-DISMOV, EVER Pharma pone l’attenzione sul tema delle terapie avanzate” della malattia di Parkinson. Il simposio “L’uso dell’apomorfina nella malattia di Parkinson: vantaggi ed aree di miglioramento“, sponsorizzato da Ever Pharma, che si terrà giovedì 17 novembre all’interno del Congresso LIMPE-DISMOV, avrà, infatti, l’obiettivo di mettere a fuoco quel delicato momento della progressione della malattia in cui i pazienti iniziano a manifestare sintomi quali fluttuazioni motorie e ipercinesie, ossia periodi di blocco motorio prolungato e/o non prevedibile, e movimenti involontari che provocano forti disabilità e impattano in modo significativo sulla loro qualità di vita.

“In molti pazienti può accadere che, dopo diversi anni, la terapia assunta per via orale non sia più in grado di controllare in modo soddisfacente la sintomatologia – afferma il Prof Fabrizio Stocchi dell’Università e IRCCS San Raffaele Roma – Nel 40-50% dei casi le fluttuazioni motorie compaiono dopo 5 anni di trattamento e nell’80% si manifestano dopo 10 anni, mentre la prevalenza di ipercinesie in pazienti che seguono cure a lungo termine varia dal 30 all’80%”.

Risulta fondamentale, quindi, un approccio terapeutico appropriato che tenga conto di tutte queste possibili variazioni.

Oggi è possibile affrontare con successo questa fase critica grazie all’innovativa terapia integrata con Dacepton, un farmaco a base di apomorfina, il più potente tra i dopamino-agonisti, che consente in tempi rapidi la riduzione della durata delle fasi di blocco motorio e dell’intensità delle ipercinesie, garantendo al tempo stesso minore invasività rispetto alle altre cosiddette “terapie avanzate”. Le novità di questa terapia integrata sono rappresentate dalla pompa D-mine, un device elettronico di ultima generazione, che permette anche il monitoraggio dell’aderenza al trattamento e da D-mine care, un servizio di assistenza al paziente con infermieri e call center a disposizione fin dall’inizio e per tutto il periodo di cura. Una somministrazione più semplice insieme a un’assistenza infermieristica assicurata, sono due elementi unici nel panorama terapeutico oggi disponibile, che fanno la differenza per il paziente e il caregiver.

“Lo sforzo della ricerca scientifica degli ultimi anni – commenta il Prof Angelo Antonini dell’Università di Padova – è stato rivolto al tentativo di restituire al paziente parkinsoniano, in fase avanzata di malattia, quella stessa stabilità di condizione motoria garantita nei primi anni di trattamento. Particolare attenzione è stata posta sulle modalità di somministrazione di farmaci dopaminergici, così importante per il buon esito della terapia e che mira a superare le difficoltà del trattamento orale utilizzando una via di somministrazione sicura e più semplice come quella sottocutanea. L’opportunità terapeutica integrata di Dacepton rappresenta un importante passo avanti in tal senso, soprattutto perché è integrata con un servizio di assistenza infermieristica al paziente che parte dalla fase iniziale di formazione sul corretto utilizzo della pompa D-mine, prosegue in maniera costante per tutta la durata del trattamento e prevede la raccolta di preziose informazioni sull’andamento della terapia, elaborate e condivise con il clinico di riferimento”.

L’innovazione terapeutica di Dacepton è stata resa possibile grazie al lavoro che EVER Pharma ha portato avanti in collaborazione con i clinici.

“Siamo molto coinvolti da questa nuova avventura nella cura della malattia di Parkinson – commenta Alessandro Motta, Amministratore Delegato di Ever Pharma Italia – e crediamo che la nuova proposta terapeutica integrata che presentiamo al Congresso dell’Accademia LIMPE-DISMOV possa fare la differenza nella gestione della malattia. Da sempre il paziente è al centro dell’impegno della nostra azienda che va oltre la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci e amplia il suo raggio di azione nell’individuazione di quelle soluzioni e servizi che possano facilitare l’esperienza terapeutica di pazienti e caregiver”.

La malattia di Parkinson è la malattia neurologica che ha registrato negli ultimi anni il maggiore incremento in incidenza di nuovi casi e per la quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato di recente una campagna di sensibilizzazione globale perché rappresenta una delle cause maggiori di disabilità in neurologia. In Italia il Ministero della Salute stima che ci siano circa 230.000 persone ammalate, un dato possibilmente sottostimato soprattutto nelle persone più anziane. Circa il 10% dei pazienti contrae la malattia prima dei 50 anni e risultano più colpiti i maschi rispetto alle femmine. Si calcola che tra la popolazione generale venga diagnosticato un nuovo caso ogni 4.000 abitanti e, al di sopra dei 50 anni di età 1 nuovo caso ogni 1000.

La malattia di Parkinson è caratterizzata da una progressiva degenerazione delle cellule dopaminergiche e la diagnosi si basa sulla presenza di rallentamento motorio (bradi-acinesia), ipertono muscolare e tremore ed avviene quando oltre il 50% delle cellule dopaminergiche è già stato colpito. A questi sintomi si associa, più tardivamente, una progressiva compromissione dei meccanismi del controllo posturale e della deambulazione tali da compromettere le capacità motorie dei pazienti.

Pur nella sua gravità, la malattia rappresenta una eccezione in neurologia grazie alla possibilità di utilizzare una terapia sostitutiva che compensi il deficit dopaminergico che consente un buon controllo motorio per molti anni dopo la diagnosi.