È stato presentato a Torino e Ovada il nuovo progetto sperimentale di Telemedicina realizzato dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione C.I.G.N.O. di Ovada, con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo.

L’iniziativa coinvolge operativamente quattro Aziende sanitarie locali e riguarda in questa prima fase l’assistenza domiciliare, con implementazioni nei settori pediatrico e oncologico.

«Stiamo partendo con il monitoraggio graduale dei malati cronici da remoto – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, con l’obiettivo di coinvolgere fino a 4.800 pazienti e circa 500 operatori sanitari. Non è un caso che questo progetto nasca a Ovada, in continuità con il modello di assistenza sul territorio “Covi a casa” sperimentato nello stesso Distretto di Ovada – Acqui Terme durante la prima fase della pandemia e diventato la base del protocollo regionale delle cure domiciliari. Oggi come allora, il punto di forza è la comunicazione costante tra tutti gli attori dell’assistenza sanitaria domiciliare, attraverso lo scambio di referti, opinioni, immagini e la possibilità di interagire attraverso video consulti e chat dedicate, dove tutti, ognuno per il proprio ruolo, possono avere le informazioni in tempo reale sullo stato del paziente, che sarà a sua volta al corrente di ogni decisione presa sulla sua salute e sempre tracciato sulla piattaforma».

L’assessore ha ringraziato la Fondazione Compagnia di San Paolo per la sensibilità dimostrata nel condividere e sostenere la filosofia innovativa alla base del progetto di telemedicina in sperimentazione.

«L’obiettivo – ricorda l’assessore Icardi – è di dare in mano a medici e pazienti uno strumento che permetta loro di comunicare e di comunicare tra medici, rendendo immediata l’assistenza alla persona in qualunque momento della vita ed in qualunque posto si trovino il medico o più medici e il paziente. Il valore aggiunto che abbiamo richiesto a questo strumento è di essere assolutamente flessibile e in continua evoluzione, partendo dalle esigenze del paziente fino ad arrivare a quelle dei medici e di tutti gli attori del sistema sanitario».

Sul lato operativo, Chiara Bagna e Paola Varese, rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione Cigno di Ovada, attore principale e coordinatore del progetto sul campo, spiegano che “la piattaforma replicherà di fatto il modello della cartella clinica già in uso nel settore territoriale, sostituendo in questo modo la versione cartacea compilata al domicilio dell’assistito”.

«La nuova piattaforma – rileva nel dettaglio Paola Varese -, consente la condivisione multidisciplinare e multi professionale del piano assistenziale individuale, il monitoraggio costante e continuo di parametri clinici, psicologici, assistenziali, la raccolta in unica repository virtuale e in tempo reale dei documenti sanitari correlati, la registrazione delle azioni di cura e assistenza con unicità di linguaggio, l’interattività tra ospedale e territorio con accessibilità bidirezionale ai documenti e alla cartella delle cure domiciliari, con possibilità di prescrizione di terapie su pazienti noti anche da remoto in tempo reale e l’analisi di performance del processo di presa in carico».

Ma le potenzialità della nuova piattaforma superano ben presto il solo ambito delle cronicità, come dichiara Franca Fagioli, direttore del Dipartimento patologia e cura del bambino dell’Ospedale Regina Margherita di Torino: «Il progetto consentirà lo sviluppo di un sistema di medicina digitale regionale innovativo, in grado di supportare la pratica clinica a distanza, connettendo gli specialisti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita con i colleghi delle pediatrie periferiche, i pediatri di libera scelta e le famiglie dei pazienti. Tale investimento su standard digitali elevati ci permetterà di offrire non solo percorsi di cura e assistenza più personalizzati, ma soprattutto più omogenei, garantendo a tutti l’accesso alle cure migliori».