Beckman Coulter ottiene il marchio CE per l’uso dell’applicazione MDW nell’identificazione precoce del COVID-19
Beckman Coulter ha annunciato che l’applicazione MDW-SARS CoV-2 ha ottenuto il marchio CE per l’utilizzo dell’MDW come supporto per la diagnosiin pronto soccorso dei pazienti adulti a rischio di SARS-CoV-2.
L’MDW è una misura della variabilità morfologica dei monociti aumentata in risposta a infezioni batteriche, virali o fungine. L’MDW è un parametro diagnostico in vitro riportato automaticamente come parte dell’emocromo completo con conta differenziale ed è richiesto frequentemente al pronto soccorso. L’MDW è l’unico biomarcatore ematologico brevettato e regolarmente autorizzato, esclusivo degli analizzatori Beckman Coulter, che aiuta a identificare il rischio di infezioni gravi e sepsi nei pazienti adulti inPronto Soccorso.
Tommaso Trenti, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio della USL di Modena e ricercatore dello studio pubblicato su “Nature” spiega come: “Quando c’è uno stimolo prodotto dell’attivazione del sistema immunitario, come nel caso di infezioni sia batteriche che virali, si modifica la morfologia dei monociti. Con le nuove apparecchiature DxH 900 per l’analisi dell’emocromo siamo in grado di misurare in laboratorio l’entità di queste alterazioni cellulari. Sono molto lieto che il nostro centro abbia contribuito a confermare il ruolo di questo nuovo test oggi anche marcato CE IVD quindi refertabile su pazienti COVID-19”.
L’MDW-SARS CoV-2 è un test ad alta sensibilità e con elevato NPV. Permette ai medici di effettuare valutazioni del rischio di COVID-19 più accurate per i pazienti i cui dati RT-PCR non sono disponibili o contraddicono la presentazione clinica, consentendo così di prendere decisioni migliori riguardanti il trattamento del paziente in Pronto Soccorso.
“Già un anno fa ritenevamo i risultati dell’MDW un parametro utile per i pazienti affetti da COVID-19, anche per la velocità e la facilità con cui potevano essere ottenuti”, ha affermato il dott. Agostino Ognibene, Direttore del Dipartimento Medicina di Laboratorio e Trasfusionale presso l’Ospedale San Donato di Arezzo e ricercatore principale dello studio pubblicato su “Clinica Chimica Acta”. “La popolazione monocitaria nel COVID-19 è il primo elemento ad essere coinvolto nella risposta immunitaria. Questa risposta è alla base dei cambiamenti morfologici dei monociti che si riflettono in una alterazione del parametro MDW, ottenibile con un semplice emocromo. Le nostre iniziali considerazioni sul test MDW ci inducevano già un anno fa a ritenerlo un parametro utile per i pazienti COVID-19, grazie anche alla sua rapidità e facilità di ottenimento. L’aggressività del virus infettante e lo stato reattivo del paziente sono risultati collegati al parametro MDW che si può così inserire nella valutazione clinica del paziente. La convalida del test, grazie alla marcatura CE IVD, è un notevole passo in avanti a conferma dei risultati dello studio eseguito nel nostro centro, che aveva mostrato il ruolo di questo test come marcatore prognostico e indice dell’efficacia della terapia, nel contesto di una strategia integrata con altri test di laboratorio.
Diversi studi europei di rilievo hanno riportato un aumento dell’MDW nei pazienti affetti da COVID-19. Questi studi hanno evidenziato come l’MDW sia significativamente più alto nei pazienti affetti da COVID-19 rispetto ai pazienti non affetti, suggerendo pertanto che una misurazione iniziale dell’MDW in attesa dei risultati del test molecolare per la SARS-CoV-2 potrebbe consentire rapide diagnosi differenziali in situazioni di emergenza. Queste osservazioni sono coerenti con le conoscenze attuali del COVID-19: una malattia multiorgano causata da una maggiore risposta nelle citochine pro-infiammatorie circolanti attraverso l’attività di monociti morfologicamente differenziati.
I test e lo screening per il nuovo biomarcatore ematologico MDW è disponibile su entrambi gli analizzatori ematologici DxH 900 e DxH 690T di Beckman Coulter come parte di un CBC-Diff.