Prevenire le malattie cardiovascolari con un personal trainer d’eccezione. È la scommessa del progetto CV- PREVITAL in partenza in tutta Italia presso i 17 IRCCS afferenti alla Rete Cardiologica, della quale fa parte anche la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. L’iniziativa, promossa e finanziata dal Ministero della Salute, prende il via questo mese e avrà una durata di tre anni. Il progetto PREVITAL valuterà l’efficacia e la fattibilità di un modo innovativo di fare prevenzione primaria cardiovascolare, attraverso l’identificazione precoce dei soggetti a rischio e coniugando gli approcci convenzionali di prevenzione primaria cardiovascolare, con la medicina digitale. Un ruolo strategico sarà giocato dalle nuove tecnologie informatiche, in grado di monitorare e gestire in maniera ottimale le persone coinvolte.

“CV-PREVITAL – spiega la referente della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS per lo studio PREVITAL, la professoressa Giovanna Liuzzo, Direttore dell’U.O. di Cardiologia d’Urgenza, Policlinico Gemelli e Professore associato di Cardiologia dell’Università Cattolica, campus di Roma – è uno studio di prevenzione cardiovascolare primaria condotto sulla popolazione italiana. Capofila è la Rete Cardiovascolare, una rete di Cardiologie afferenti a vari IRCCS su tutto il territorio nazionale, che darà vita al progetto, insieme a un consorzio nazionale di cooperative di Medici di Medicina Generale. Questa iniziativa, sollecitata, approvata e finanziata dal Ministero della Salute, ha lo scopo di ridurre il peso delle malattie cardiovascolari che a oggi sono ancora la principale causa di morbilità e di mortalità in Italia”.

I soggetti arruolati per questo studio randomizzato verranno assegnati al trattamento ‘standard’ o a un trattamento con una ‘app’ di coaching appositamente sviluppata, che sollecita il paziente a migliorare le sue abitudini di stile di vita (camminare, mangiare in maniera sana, ridurre il sale, ecc). I partecipanti non devono aver presentato in precedenza malattie cardiovascolari, né essere portatori di fattori di rischio cardiovascolari noti. “Per ognuno di loro – spiega la professoressa Liuzzo – verrà calcolato il rischio cardiovascolare di base, mediante esami di routine e con altri più approfonditi nel campo dei lipidi; verranno inoltre ricercati alcuni biomarcatori dell’infiammazione. Uno studio particolare, che verrà condotto solo al Gemelli è quello su un metabolita prodotto dal microbiota intestinale, che sembra correlato ad un aumentato rischio cardiovascolare. Verranno inoltre studiati i microRNA, che rappresentano il modo del tutto personale di un individuo di comunicare tra una cellula e l’altra. A essere interessata da questo studio sarà dunque una popolazione a rischio cardiovascolare basso, di età compresa tra i 45 e i 75 anni. Gli effetti del cambiamento dello stile di vita verranno valutati entro i tre anni successivi.

Le persone arruolate, acconsentiranno inoltre a donare i loro campioni biologici che andranno a popolare una speciale biobanca, condivisa e a disposizione dell’intera rete di IRCCS per effettuare studi e approfondimenti in futuro.

La ‘app’ di coaching: è un vero e proprio personal trainer che fa counselling per modificare lo stile di vita, verificando al contempo l’aderenza ai ‘consigli’ erogati; si occuperà anche di calendarizzare gli appuntamenti di controllo. È una app per smartphone, intuitiva e user friendly, scaricabile da App store Google Play e AppGallery. È finalizzata al monitoraggio, all’educazione e alla gestione da remoto di fattori di rischio cardiovascolare, con caratteristiche di engaging e gaming per incentivarne un uso continuativo.

Per i cittadini: quello proposto dallo studio PREVITAL è un approccio innovativo e personalizzato alla prevenzione cardiovascolare primaria, all’educazione verso stili di vita corretti e al controllo dei fattori di rischio cardiovascolari. Per i professionisti della salute: è una strategia di rete coordinata per la collaborazione tra medici di medicina generale, specialisti, ricercatori, altri operatori sanitari e cittadini. Per i decisori: il progetto consentirà l’acquisizione di un’enorme mole di dati, che consentirà la pianificazione strategica e l’allocazione delle risorse nella prevenzione.

Altri partecipanti al progetto sono la Società Italiana per la Salute Digitale e la Telemedicina e la Fondazione Romeo e Enrica Invernizzi. Collaborano alla sua realizzazione il Consorzio di Bioingegneria e Informatica Medica – CBIM, il Consortium GARR, la rete nazionale a banda ultralarga dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca, YouCo, azienda esperta in progetti digitali di citizen experience e alcune farmacie del territorio lombardo.