La convergenza delle nuove tecnologie nella chirurgia spinale
Ha visto la presenza di numerosi esperti nazionali il meeting dal titolo “Innovazioni tecnologiche in chirurgia spinale” tenutosi nell’I.R.C.C.S. Neuromed. Organizzato dal professor Gualtiero Innocenzi, Responsabile dell’Unità di Neurochirurgia 1 dell’Istituto, l’incontro ha approfondito tutti gli aspetti innovativi legati alla Neurochirurgia spinale interventistica e diagnostica. Dalle nanotecnologie alla robotica, dalla diagnostica per immagini alle tecniche mininvasive.
Le innovazioni tecnologiche portano il settore della chirurgia spinale ad avvalersi sempre più di avanzamenti diagnostici e strumentazioni che coadiuvano il chirurgo in ogni fase dell’intervento, dalla diagnosi di precisione alla progettazione, dall’assistenza robotica in sala operatoria all’uso di nuovi materiali per massimizzare il recupero del paziente. Tutto all’insegna di una invasività sempre minore che si traduce in maggiore sicurezza per il paziente e, naturalmente, della necessità di una formazione adeguata, soprattutto per i giovani.
“E’ un campo estremamente largo – dice Gualtiero Innocenzi – perché si parla di materiali già utilizzati in sala operatoria ma applicati a tecniche nuove, oltre a materiali nuovi e procedure innovative. Su questi aspetti bisogna riflettere per valutare ciò che è veramente utile e anche per evitare certi eccessi che non hanno come obiettivo il benessere del paziente. Le nuove tecnologie sono utilissime per la diagnosi, per scegliere l’indicazione e per sostenere infine il neurochirurgo in sala operatoria. Ma deve essere un processo integrato, ecco perché da anni al Neuromed abbiamo l’ingegnere biomedico in sala operatoria, che ci aiuta nella gestione di macchine sofisticatissime”.
“Le nuove tecnologie che stiamo utilizzando nella chirurgia spinale – dice il professor Franco Servadei dell’Humanitas di Milano nonché primo italiano a presiedere la Federazione mondiale della Società di Neurochirurgiaha – sono in parte già utilizzate per la cerebrale e, in parte, per altre chirurgie. Quello che apportano è sicuramente una maggiore facilità nell’apprendere questo mestiere, oltre ovviamente ad una maggiore sicurezza per il paziente. Lo scopo è aiutare il neurochirurgo, figura che però deve rimanere fondamentalmente legata alla sua formazione di base, che sarà poi seguita dall’aggiornamento innovativo. Ecco perché siamo venuti con piacere qui a Pozzilli: qui non vi è solo la capacità di operare ma anche di fare ricerca di base, quindi la possibilità di agire a 360 gradi”.
“Oggi le sale operatorie neurochirurgiche – dice l’ingegner Fabio Sebastiano, Consigliere delegato alla Ricerca e Direttore operativo del Neuromed – sono entità fortemente integrate, nelle quali tecniche di diagnostica per immagini e innovazioni sul piano operatorio vanno fianco a fianco. E’ qui la natura del nostro Istituto: fare ricerca, introdurre le ultime tecnologie di supporto agli operatori, fondamentali in termini di cura e di follow up delle patologie neurochirurgiche”.