Al via il 29° Congresso della SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e dello spettro autistico. Disabilità intellettiva, epilessia, disturbi neurologici, malattie rare e dello sviluppo, disturbi psichiatrici, depressione e conseguenti atti autolesivi e tentativi di suicidio.
I disturbi neuropsichici dell’età evolutiva sono estremamente frequenti e in Italia colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, tra il 10 e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra i 0 e i 17 anni. Con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi, per la maggior parte determinate da un complesso intreccio tra predisposizione genetica, vulnerabilità neurobiologica e variabili ambientali e sociali.
È questo lo scenario che vede l’apertura del congresso della SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il primo dall’inizio della pandemia e in programma dal 3 al 6 novembre interamente online per facilitare la partecipazione degli operatori occupati in prima linea con quella che è da molti considerata la vera onda lunga pandemica, quella che colpisce la salute neuropsichica di bambini e ragazzi.
Quattro giorni di congresso a cui parteciperanno oltre 500 neuropsichiatri infantili, con 3 sedute plenarie, 5 sessioni parallele, 4 seminari e più di 80 tra relatori e moderatori che affronteranno le più recenti evoluzioni delle conoscenze nell’ambito delle neuroscienze e della specificità dello sviluppo neuropsichico in infanzia e adolescenza tra genetica, neurobiologia e ambiente.
Durante i lavori del Congresso, accolto dalla presenza del ministro alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti e salutato da un messaggio del ministro per le Disabilità Erika Stefani, saranno dedicate sessioni ai progressi della neurologia dell’età evolutiva verso la medicina di precisione e i più recenti trattamenti personalizzati, applicati in particolare sull’epilessia del bambino per una personalizzazione della scelta terapeutica, al trattamento dei disturbi del movimento in età evolutiva e alle malattie muscolari, dove le avanzatissime terapie geniche, unitamente ad un approccio riabilitativo personalizzato, si stanno dimostrando in grado di modificare in modo significativo la storia naturale di malattie considerate in passato incurabili come la distrofia muscolare di Duchenne e l’atrofia muscolare spinale.
Diverse relazioni affronteranno, inoltre, il delicato tema dell’impatto che la Pandemia sta avendo sulla salute mentale dei minorenni, e di come trasformare le risposte dei servizi per garantire interventi terapeutici più efficaci.
“Le risposte ai bisogni di salute dei bambini e ragazzi con disturbi neuropsichici dell’età evolutiva e alle loro famiglie – spiega Antonella Costantino, presidente di SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza – presentano criticità molto rilevanti, con una grande discrepanza tra il giusto investimento di risorse sulla salute fisica dei bambini e lo scarso investimento su quella neuropsichica, reso ancora più drammatico dagli effetti della pandemia. Ecco perché un adeguato investimento nell’ambito della promozione della salute mentale e della prevenzione e intervento nei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva è sempre più strategico. Una diagnosi precoce ed un altrettanto precoce e tempestivo intervento in sinergia tra territorio e ospedale può cambiare, in molti casi, la storia naturale dei disturbi neuropsichici e prevenire le numerose sequele, evitando un decorso ingravescente ed invalidante, diminuendo in modo rilevante i costi emotivi, sociali ed economici sull’individuo, sulla famiglia e sulla società”.
In meno di dieci anni è raddoppiato il numero degli utenti seguiti nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con una prevalenza di accesso 4 volte superiore a quella dei servizi di salute mentale adulti e 8 volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche. Un trend in vistosa crescita a cui contribuisce la maggiore consapevolezza della popolazione, il cambiamento dei criteri diagnostici, l’introduzione di strategie di screening e di individuazione precoce, l’aumentata sopravvivenza di soggetti con gravi disabilità e la presenza di modificazioni ambientali rilevanti e molto rapide che impattano sullo sviluppo e sul livello atteso di funzionamento. Ma anche, ora, l’impatto della Pandemia e delle restrizioni e ritardi di accesso ai servizi ad essa conseguenti, soprattutto nelle fasce più vulnerabili.
Tuttavia, permangono criticità sistemiche e culturali che favoriscano una diagnosi precoce e un intervento tempestivo. I pazienti e le loro famiglie sono infatti tutt’oggi oggetto di pregiudizi marcati, che interferiscono con la diagnosi e la terapia, con l’inclusione sociale e soprattutto con la programmazione sanitaria. Nonostante cambiamenti molto rilevanti nella sensibilità della popolazione, infatti, la tendenza a negare l’esistenza dei disturbi neuropsichici è purtroppo ancora molto marcata e impatta sulle politiche nazionali e internazionali.
“E’ di pochi giorni fa l’allarme UNICEF-OMS che sottolinea come a livello mondiale, 1 adolescente su 7 presenti problemi di salute mentale, peggiorati dalla pandemia, e come il mancato contributo alle economie a causa dei problemi di salute mentale che portano a disabilità o morte tra i giovani sia stimato in quasi 390 miliardi di dollari all’anno. Ciononostante, i governi continuano a investire troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali” conclude Antonella Costantino.