Neanche la pandemia ha fermato Poliambulanza. Anzi, nonostante il calo dell’attività complessiva, a causa del rinvio delle operazioni procrastinabili per far fronte all’emergenza, l’ospedale bresciano ha registrato un primato: 60.300 sono stati gli accessi al Pronto Soccorso, tra i più alti in Lombardia. Si tratta di un dato infelice perché indicativo dell’enorme numero di pazienti costretti a visita d’urgenza, ma anche sintomatico dell’enorme sforzo compiuto. In Poliambulanza, nel periodo che va dal 20 febbraio a fine aprile, sono stati ricoverati 2.108 pazienti per Covid, a fronte di 1.896 dipendenti, per un rapporto pazienti/dipendenti di 1,112. L’enorme dispendio di risorse necessarie per fronteggiare l’emergenza ha così imposto una riduzione delle prestazioni non a carattere di urgenza. Nello specifico, nel 2020 il numero dei ricoveri è diminuito del 14,3%: se nel 2019 erano più di 31.800, nel 2020 sono stati circa 27.300 i pazienti ricoverati, per un totale di oltre 142.000 giornate di degenza. Gli interventi chirurgici eseguiti hanno raggiunto quota 16.100. L’attività ambulatoriale ha subito una riduzione del 9,8% rispetto all’anno precedente. Complessivamente sono stati registrati 379.000 accessi: 55.000 sono riferibili al servizio di radiologia e diagnostica per immagini, 116.000 al servizio di laboratorio analisi, 13.200 al servizio di endoscopia digestiva, 16.000 al servizio di anatomia patologica e circa 3 mila ai Consultori Cidaf acquisiti nel 2017. Circa 470 sono stati i casi di malattie cerebrovascolari trattati, che per la maggior parte si riferiscono a ictus ricoverati in Stroke Unit. Sono circa 2.700 i bambini nati in Poliambulanza. In diminuzione del 30% il numero di accessi al Pronto Soccorso, circa 60.300, con una media di 165 accessi al giorno. Oltre al numero assoluto risultano in calo del 12% i codici rossi trattati. Nel 2020 sono stati effettuati investimenti straordinari per 10,9 milioni di euro, la parte più significativa relativa agli investimenti per fronteggiare l’emergenza Covid e al completamento del nuovo Blocco Operatorio Cardiovascolare “Alessandra Bono” con Sala Ibrida. Per quanto riguarda invece i lavoratori, i collaboratori in servizio sono 2.045, il 95% dei quali assunti con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Poliambulanza ha inoltre portato avanti un’importante attività di formazione, attraverso la realizzazione di corsi di perfezionamento, finanziamenti per l’istituzione di posti aggiuntivi presso le Scuole di Specialità di Medicina con cui sono state stabilite delle convenzioni e master per le “Professioni sanitarie con funzioni di coordinamento”, per “Strumentisti di Sala operatoria”, per “Infermieri di Pronto Soccorso”, in “Stomaterapia e incontinenze” e in “Tecniche in ecografia cardiovascolare”. Nel 2020 sono stati 80 gli specializzandi che hanno frequentato in forma continuativa Poliambulanza, provenienti da varie Scuole di Specialità di tutt’Italia.“ Il Bilancio dell’anno appena trascorso – afferma Mario Taccolini, Presidente di Fondazione Poliambulanza – riporta alla memoria le difficoltà che ci siamo trovati ad affrontare, causate dallo spaesamento dettato dalla novità di un nemico di cui non si sapeva nulla. Eppure, è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che a volte si è disposti a dare di più. È così che la macchina organizzativa di Poliambulanza si è messa in moto per la gestione più funzionale possibile dell’emergenza, mentre tutto il personale si è attivato, anche a rischio di mettere in pericolo la propria vita, con un encomiabile senso di professionalità e umanità verso il paziente. Dal bilancio è emerso che nel picco pandemico il rapporto tra pazienti Covid ricoverati presso la nostra struttura e dipendenti è stato superiore a 1. Un dato molto alto, da cui si evince l’impegno gravoso richiesto, a cui nessun operatore si è sottratto. Proprio la coralità dell’impegno, ci ha consentito di trattare, nel 2020, 3.000 pazienti Covid e gestire 60.300 accessi in Pronto Soccorso. È quindi in questa occasione doveroso rivolgere un ringraziamento sentito a tutto il personale di Poliambulanza, nella consapevolezza che dalle sfide più difficili si diventa più forti. Un aspetto importante che ci consente di proseguire nella direzione giusta, per garantire il massimo beneficio del paziente, nostro obiettivo primario”.

Numerose e mirate sono state le azioni che Poliambulanza ha intrapreso per contrastare l’epidemia.
Durante la prima ondata del virus si è distinta come una delle strutture che ha messo a disposizione il maggior numero di posti letto per i pazienti colpiti dal virus: ne ha curati oltre 2000 e ha quasi quadruplicato i posti letto della Terapia Intensiva. 
Durante la seconda ondata, accanto alla presa in carico dei pazienti Covid bresciani, la riduzione della pressione pandemica sulla città, ha permesso alla Poliambulanza di essere di sostegno all’intera regione: il 60% dei pazienti proveniva dalle altre province lombarde e alcune unità mediche e infermieristiche sono state inviate all’Ospedale Fiera di Bergamo e al Centro di prevenzione Covid.
Poliambulanza inoltre è stata di sostegno al Servizio Sanitario Regionale non solo per l’assistenza ai malati Covid ma, unitamente a questa attività, è stata incaricata dalla Regione come Centro di riferimento per la Cardiologia interventistica, la Cardiochirurgia, la Chirurgia Vascolare.
Non è mai cessata l’attività del Punto Nascita, né quella chirurgica più urgente, oncologica in particolare, unitamente all’oncologia medica e all’attività diagnostica e terapeutica correlata. E il DEA di II° livello ha sempre svolto la propria funzione, seppur impegnato in modo massivo coi pazienti Covid.
Ma non si è fermato qui l’impegno dell’ospedale di via Bissolati, che ha creato un ambulatorio per seguire il decorso dei pazienti precedentemente ricoverati per Covid, da cui è emerso un dato notevole: il 40% presentava degli strascichi fisici o neuro-psicologici.Operativa anche sul fronte della formazione, Poliambulanza ha svolto e svolge tuttora corsi di ecografia polmonare rivolti ai medici USCA e di sostegno psicologico per il personale interno ed esterno.
Inoltre, Poliambulanza ha effettuato servizio di diagnostica con tamponi molecolari e test sierologici in supporto all’attività di prevenzione dell’ATS e anche per privati cittadini e aziende, ed è stata polo vaccinale nella prima fase della campagna.
Nonostante la pandemia, Poliambulanza non ha mai abbandonato il suo impegno nella progettazione di nuove modalità organizzative e di tecnologie all’avanguardia. Proseguono infatti i lavori nell’ambito del progetto POLIS – Poliambulanza Innovation Space, il centro per la ricerca e la cura avanzata dei tumori e di altre patologie complesse.