In un anno di pandemia, 35 milioni di Italiani hanno avuto problemi a utilizzare servizi e prestazioni sanitarie per patologie non-Covid. In particolare, le cancellazioni e rinunce hanno coinvolto circa 10 milioni di persone. Di queste circa 400 mila hanno rinunciato interventi di ricovero; 600mila non hanno potuto fare interventi chirurgici e circa 1 milione di persone non hanno avuto le prestazioni di day hospital. Il servizio a cui hanno dovuto rinunciare maggiormente sono le visite specialistiche, cancellate o a cui hanno dovuto rinunciare circa 7 milioni di Italiani. Da segnalare che la cancellazione o rinuncia delle visite specialistiche ha riguardato in specifico l’83,9% degli over 65 anni.

È il quadro che emerge dalla ricerca della Fondazione Italia in Salute, e realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario impegnato nelle patologie non-Covid. Il titolo dell’indagine è: “Gli italiani e il Covid-19. Impatto socio-sanitario, comportamenti e atteggiamenti della popolazione Italiana”. I risultati sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa. Sono intervenuti Federico Gelli, Presidente della Fondazione Italia in Salute e da Antonio Preiti, direttore Sociometrica. Si tratta di un ampio studio condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta che affronta, oltre le patologie non-Covid, anche l’impatto sui comportamenti collettivi, lo stato psicologico del Paese e l’atteggiamento di fiducia o di diffidenza verso i vaccini.

Molti Italiani, anche al di là delle disposizioni di legge, hanno modificato spontaneamente alcuni comportamenti quotidiani. Il 63,3% evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più negozi, bar e ristoranti; circa 7 persone su 10 hanno scelto di non vedere più amici e conoscenti dentro casa. Altre modifiche comportamentali e d’impatto sullo status psicologico messe in rilievo dalla ricerca sono il 49,1% della popolazione che avverte una crescita dello stress; il 43,9% che ha smesso, o fortemente ridotto, l’attività fisica; il 28,8% che ha difficoltà del sonno; il 27,1% che ha malesseri psicologici di tipo generale; il 25,7% che mangia di più o ha smesso di controllare la propria dieta; il 16,5% che accusa sintomi di depressione.

La ricerca promossa da Fondazione Italia In Salute ha un focus anche sulle conseguenze dell’epidemia sui minori. Quasi il 60% dei genitori intervistati ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico sui figli minorenni. Per 1 genitore su 4, i minori sono stati “colpiti molto pesantemente”, soprattutto nel caso di famiglie poco istruite. La ricerca rivela, al proposito, una “legge di proporzionalità” tra livello di istruzione dei genitori e impatto sui minori: più basso è il titolo di studio dei genitori e più grave è l’effetto dell’epidemia sui minori.

Discorso tutto particolare per i vaccini. Gli italiani mostrano un atteggiamento molto differenziato: il 7,5% non intende farlo, il 9,9% attende di capire di più, mentre il 7,6% vorrebbe poter scegliere quale vaccino fare. Un Italiano su quattro, però, “non vede l’ora” di fare il vaccino e il 40,5% attende tranquillamente il proprio turno. Le persone che però hanno patologie di vario tipo vogliono tutte essere vaccinate, e anche dal punto di vista sociale ci sono significative differenziazioni, perché sono le persone più istruite a essere più favorevoli ai vaccini.

Il pericolo del contagio ha determinato effetti psicologici anche sull’utilizzo dei servizi sanitari, perché il 63,9% della popolazione preferisce evitare di frequentare ospedali e ambienti della sanità. Solo il 13,8% non ha timore a entrare in strutture mediche. La paura maggiore si riscontra tra la popolazione più giovane. 

“Abbiamo cercato di andare oltre i dati già sconvolgenti del numero dei decessi, dei ricoveri e dei contagi, per fare un’analisi a tutto campo di quel che l’epidemia sta provocando nella società italiana – commenta Federico Gelli, Presidente di Fondazione Italia in Salute – Ci siamo chiesti quale impatto abbia sui malati non-Covid, quali conseguenze ci siano sugli stili di vita che si possano trasformare in comportamenti dannosi e portare anche a nuove patologie. Siamo convinti che dalla ricerca e dalle consapevolezze che ne derivano, possa arrivare un contributo importante per il conseguimento dell’obiettivo comune: uscire dalla pandemia al meglio e al più presto”. 

“Scopriamo un’Italia in grande sofferenza – afferma Antonio Preiti – non solo sul piano economico e sociale, ma sul piano molecolare, delle singole persone, che non salva nessuno e nessun aspetto della vita com’eravamo abituati a viverla. Avere cognizione dell’ampiezza e della profondità del ‘male oscuro’ innescato dal Covid è fondamentale, se vogliamo uscirne senza traumi sociali permanenti”.

Tipo di servizi sanitari a cui ha dovuto rinunciare Stima del numero di persone coinvolte
Totale con ogni tipologia10 milioni
– Visite specialistiche6,8 milioni
– Visita medico di base2,7 milioni
– Analisi cliniche2,6 milioni
– Radiologie1,0 milione
– Interventi day hospital1,0 milione
– Interventi chirurgici0,6 milioni
– Pronto soccorso0,6 milioni
– Visita pediatrica base0,5 milioni
– Servizi di oncologia0,4 milioni
– Ricoveri ospedalieri0,4 milioni
Comportamenti spontanei della popolazioneValori percentuali
Ho ridotto spontaneamente le uscite con altre persone71,0
Ho evitato di prendere mezzi pubblici63,3
Ho ridotto spontaneamente qualunque spostamento fuori residenza59,3
Ho rinunciato o ridotto sport che praticavo prima29,1
Ho rinunciato a frequentare negozi, ristoranti e altri luoghi pubblici53,5
Ho rinunciato a frequentare/invitare persone a casa mia o di altri69,4
Non ne ho adottati4,1
Cambiamenti nei comportamenti della popolazioneValori percentuali
Ho un po’ più di nervosismo, oppure avverto un po’ più di stress 49,1
Faccio meno attività fisica, oppure ho smesso di farla43,9
Dormo di meno, oppure dormo meno facilmente28,8
Avverto malesseri psicologici, non sopporto alcune restrizioni27,1
Mangio di più, oppure ho smesso di regole alimentari25,7
Ho qualche accenno o sintomo di depressione16,5
Fumo di più, oppure ho incominciato a fumare8,7
Consumo più alcol, oppure ho cominciato a bere5,1
Non voglio rispondere9,0
Sono cominciate da qualche settimana le vaccinazioni contro il Covid. Qual è il suo atteggiamento rispetto alla sua vaccinazione?Valori percentuali
Ho già fatto il vaccino8,7
Non vedo l’ora di fare il vaccino24,1
Lo farò quando sarà il mio turno40,5
Se potessi non lo farei, ma mi informo e valuterò più avanti9,9
Lo farei, ma voglio scegliere io il vaccino da fare7,6
 Non ho intenzione di farlo7,5
 Non voglio rispondere1,6
Totale100,0