Ricerca di Unito dimostra che il grasso dialoga con le cellule del pancreas
L’obesità è uno dei problemi più rilevanti della società moderna ed è ormai nota l’associazione di questa condizione con patologie come il cancro, le malattie cardiovascolari e il diabete. Uno studio recente, coordinato dalla Prof.ssa Riccarda Granata, della Divisione di Endocrinologia e Metabolismo diretta dal Prof. Ezio Ghigo, del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, ha dimostrato che esiste un “dialogo” tra gli adipociti, le principali cellule del grasso addominale, e le cellule beta del pancreas, deputate alla secrezione dell’insulina e regolatrici essenziali del nostro metabolismo, la cui disfunzione rappresenta la principale causa di diabete.
I risultati del lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista “JCI Insight” e prodotti dal Dr. Iacopo Gesmundo, ricercatore di Endocrinologia e primo autore del lavoro, dimostrano che le vescicole extracellulari rilasciate dagli adipociti possono influenzare, in modelli sperimentali in vitro, la vitalità e la funzione delle cellule beta pancreatiche. In particolare, le vescicole che derivano dal grasso “buono” di individui normopeso e con poca infiammazione hanno effetti positivi e protettivi, mentre quelle rilasciate dal grasso “cattivo” di individui obesi, con molta infiammazione, influenzano negativamente la funzione e la sopravvivenza delle cellule beta del pancreas. In altre parole, l’essere magri crea messaggi positivi, mentre l’essere sovrappeso genera messaggi negativi.
I nostri organi e tessuti comunicano, infatti, tra loro inviando diversi messaggi, positivi o negativi, a seconda del loro stato fisiologico o patologico. Questi messaggi, a loro volta, causano delle risposte nelle cellule riceventi, che reagiscono modificando la loro funzione, attività o sopravvivenza. Tutto questo crea un circuito, virtuoso quando gli organi sono funzionalmente sani o vizioso, se esistono delle disfunzioni.
Negli ultimi anni l’attenzione di molti ricercatori è stata focalizzata sullo studio delle vescicole extracellulari, in quanto veri e propri trasportatori dell’informazione tra cellula e cellula. Tutte le cellule, infatti, sono in grado di rilasciare piccole vescicole, contenenti al loro interno materiale genetico, proteine e altre sostanze funzionalmente attive. Le vescicole possono essere trasportate attraverso il sangue, per raggiungere i distretti più lontani dell’organismo, o agire direttamente nelle cellule vicine.
I risultati della ricerca coordinata da UniTo suggeriscono come il grasso adiposo, ormai considerato un vero e proprio organo metabolico, abbia un ruolo determinante nella regolazione della funzione di altri organi e rafforzano l’importanza di identificare nuove strategie terapeutiche per ridurre l’obesità e le patologie a essa associate come il diabete.
Lo studio, ha visto anche la collaborazione di altri gruppi di ricerca dell’Università di Torino, nonché del Diabetes Research Institute di Milano e di gruppi internazionali quali l’Università di Cordoba, il CIBERehd di Madrid e IKERBASQUE Foundation for Science di Bilbao e l’Università di Montreal.