Il volontariato ospedaliero e in cure palliative in Italia ai tempi del COVID-19
Chiara Caraffa, Membro del Consiglio Nazionale della Federazione Italiana Cure Palliative – FCP, e membro del comitato direttivo della Task Force sul Volontariato dell’Associazione Europea per le Cure Palliative e Tesoriere di GSA – Giornalisti e Comunicatori Specializzati Associati. Chiara osserva come il servizio vitale del volontariato è stato influenzato dalla pandemia COVID-19 in Italia. Scrivo questo post poco prima della “Giornata internazionale del volontariato” di quest’anno, che si terrà il 5 dicembre. Il tema di quest’anno, “Insieme possiamo attraverso il volontariato”, è particolarmente adatto e ci ricorda che c’è ancora tanto da fare per garantire che il ruolo del volontariato negli hospice e nelle cure palliative diventi rilevante per tutte le nostre comunità. L’Italia è stata il primo paese europeo a sperimentare la pandemia di SARS-COV-19. Dal febbraio 2020 il Nord Italia, in particolare, è lacerato da un numero elevatissimo di casi con conseguenze immediate. Travolti dal rapido e inarrestabile aumento dei casi, abbiamo riscontrato grande difficoltà nell’intercettare e rispondere alla necessità di cure palliative nei pazienti affetti da COVID-19, a cui si è aggiunto un impatto violento dal punto di vista psicologico ed economico. La Federation for Palliative Care è un’organizzazione ombrello, che riunisce 95 associazioni nazionali con la missione condivisa di garantire cure palliative a chi ne ha bisogno. Come organizzazione, eravamo quindi molto consapevoli del drammatico impatto della pandemia sui nostri membri. FCP monitora anche le attività delle proprie Onlus con raccolte periodiche di dati, l’ultima delle quali, realizzata prima dell’emergenza in corso, è stata nel 2019. Su oltre 7.000 volontari appartenenti a FCP, il 76% sono donne, il 77% ha più di 50 anni, un’età in costante aumento. Più della metà di questi volontari è impegnata nello “Essere lì”, e questa è stata la prima attività che si è interrotta durante la pandemia. I volontari “Esserci” hanno ruoli cruciali, come: concedere momenti di vita abituale; facilitare le relazioni del paziente; dare sostegno e aiutare la condivisione emotiva sulla malattia incurabile; avere un ruolo sociale. Il settantanove per cento delle nostre 95 organizzazioni senza scopo di lucro segue le linee guida dettate dal FCP: selezione, formazione, collocamento supervisionato, supervisione psicologica e formazione continua. Oltre ai volontari che sono fisicamente presenti accanto alle persone sofferenti, altri sono coinvolti in una vasta gamma di altre attività: raccolta fondi, pubblicità e sensibilizzazione del pubblico, supporto di segreteria, trasporto e consegna a domicilio di forniture mediche. La nostra indagine del 2020 relativa al periodo dal 1 marzo al 31 maggio mostra che le severe misure per prevenire la diffusione del virus hanno portato alla sospensione del lavoro volontario in Hospice and Palliative Care in contesti assistenziali, come hospice e home, cliniche , negli uffici associati e su tutto il territorio peninsulare. La decisione di sospendere il volontariato di “Esserci” è stata presa inizialmente dai rappresentanti legali delle ONP, seguiti proprio da tiepidi segnali di una possibile ripresa da parte delle istituzioni pubbliche e private dove operano i nostri volontari. Questa tendenza non si è ancora fermata. Ora stiamo assistendo a un nuovo aumento dei casi dopo una fase di remissione delle infezioni, ei volontari sono ancora lontani dai pazienti e dai membri della famiglia, ad eccezione del supporto remoto tramite videochiamate.
I volontari hanno espresso sentimenti di frustrazione e senso di colpa per non essere fisicamente al fianco dei pazienti che avrebbero normalmente sostenuto. Durante una delle numerose occasioni di confronto promosse dagli psicologi delle organizzazioni aderenti, Roberto ha scelto la fotografia di un pezzo di carta stropicciata e ha detto: “Rappresenta proprio quelle morti in solitudine per me, e quei pensieri, quei gesti inespressi, e anche il rimpianto di non poter accompagnare la persona amata negli ultimi istanti di vita. Ho immaginato tutte queste sensazioni nelle pieghe di quel lenzuolo, che ricordano Origami”. La risposta del FCP alla pandemia ha seguito tre assi principali: inclusione delle ONP membri e rimodellamento delle attività di volontariato e missione, comunicazione alla comunità sul diritto del cittadino di accedere alle cure palliative, anche in scenari di emergenza. Vogliamo concentrare il nostro lavoro su un altro tema, la revisione/implementazione dei programmi di formazione dei volontari. Dobbiamo sforzarci di garantire che il ruolo del volontariato in HPC – che è già ufficialmente riconosciuto – diventi rilevante per tutte le nostre comunità: una sfida nuova di zecca per noi! L’Italia ha recentemente sancito la “Definizione di profili formativi omogenei per le attività di volontariato nell’ambito delle reti di cure palliative”.
Vogliamo garantire l’omogeneità dei modelli educativi e organizzativi e dei percorsi assistenziali – senza tralasciare alcun contesto: hospice per adulti e bambini, cure palliative domiciliari, cliniche e case di cura per anziani – e anche formazione.
(Fonte: EAPC Blog – Per l’articolo in lingua inglese: https://eapcnet.wordpress.com/2020/12/02/hospice-and-palliative-care-volunteering-in-italy-in-times-of-covid-19/)