Dipendenza da smartphone: 8 ragazzi su 10 tra gli 11 e i 18 anni trascorrono 2 mesi l’anno sui social. Al via la campagna #consapevolidigitali
Andrea, 14 anni, si addormenta con i suoi youtuber preferiti e lo smartphone non lo spegne mai: “Lo uso sempre, da quando mi sveglio a quando dormo”.
Giorgia, 16 anni, non si accorge di quanto tempo passa on line e fatica a distinguere tra quando è connessa e quando è off line: “Me ne accorgo solo quando mi vietano lo smartphone e l’ultima volta che non l’ho usato per più di sei ore stavo impazzendo”.
Nicoletta, 52 anni, mamma di una under 18, non sa come fare con la figlia: “È sempre in camera con smartphone, tablet e computer. Dice che lì ha tutto quello che le serve e che non devo rompere. Non so cosa fare, vedo solo disperazione e sofferenza”.
Sono alcune delle testimonianze raccolte dalla no profit “Social Warning – Movimento Etico Digitale”, con focus sulle potenzialità ed i rischi del web, nell’ambito della sua ultima ricerca condotta sulla dipendenza da smartphone.
La no profit, fondata dal 25enne Social Media Coach Davide Dal Maso, a soli due anni dalla sua nascita e grazie al lavoro di 150 formatori volontari, ha già raggiunto, tramite incontri in presenza e corsi e-learning, oltre 35mila ragazzi e 13mila genitori, sensibilizzandoli su come approcciare la rete in maniera corretta.
L’ultima sfida, in ordine di tempo, è la campagna nazionale di sensibilizzazione contro la dipendenza da smartphone, appena lanciata con l’obiettivo di raccogliere fondi per raggiungere cento nuove scuole in tutta Italia.
Intanto i dati della ricerca condotta dall’Osservatorio scientifico del Movimento Etico Digitale parlano chiaro: il 79% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni trascorre più di 4 ore al giorno sui social, un tempo lunghissimo che, sommato, equivale a 28 ore a settimana, 120 ore al mese, due interi mesi in un anno.
Hanno tentato invano di ridurre il tempo on line e sono abbastanza consapevoli di fare un utilizzo eccessivo dello smartphone. Lo sbloccano in media 120 volte al giorno e lo usano, oltre che per essere connessi ai loro coetanei tramite i social, anche per vedere film o ascoltare musica fino a tarda notte. E guai ad interferire: un ragazzo su 2 dichiara che gli capita di scattare, rispondere male o alzare la voce se disturbato.
“Sono tutti segnali che rimandano alla dipendenza dallo smartphone, detta anche nomofobia: sono talmente assorti mentre sono on line da percepire ogni interferenza esterna come intromissione indebita o attacco personale, hanno necessità di portare lo smartphone con sé ovunque si vada; hanno difficoltà a lavorare, concentrarsi, relazionarsi con gli altri a causa dell’uso continuativo dello smartphone che usano per sopperire a sensazioni di ansia e tristezza” commenta Davide Dal Maso, primo docente in Italia ad aver portato l’educazione civica digitale in classe nell’Istituto Professionale in provincia di Vicenza in cui insegna da quattro anni, ed inserito nel 2019 da Forbes tra i primi cinque under 30 italiani più influenti nel settore Education.
Del resto – fanno sapere dalla no profit – durante il lockdown dovuto all’emergenza COVID-19 per molti lo smartphone è diventato l’unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno e, di conseguenza, l’uso dei dispositivi mobili è aumentato esponenzialmente durante i mesi trascorsi in isolamento.
“A un’analisi più approfondita – continua Dal Maso – si rivela la duplice natura degli smartphone, del web e dei social media: capaci di semplificare la vita, abbattere i confini, creare aggregazione sociale e molto altro se usati in modo corretto e consapevole; portatori di ansia, depressione e senso di inadeguatezza se utilizzati in maniera smodata e/o poco consapevole. In una fase nella quale i contatti umani sono molto limitati, lo smartphone rivela tutta la sua ambivalenza: da una parte è un importante mezzo per restare in contatto con i nostri cari, dall’altra un dispositivo estremamente pervasivo che può dare dipendenza”.
Il 79% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni coinvolti nel sondaggio trascorre più di 4 ore al giorno sui social. Questo significa trascorrere sui social due mesi interi in un anno.
“Cosa vuol dire dipendenza digitale oggi? Come possiamo contrastarla? Come potremo combattere l’uso smodato delle tecnologie dopo i lockdown?” riflette Dal Maso. “Le soluzioni – aggiunge – sono fondamentalmente due: sviluppare consapevolezza su questa tematica tra giovani e adulti e promuovere un ponte tra adulti e ragazzi attraverso progetti di educazione digitale che permettano spunti di riflessioni e azioni pratiche nelle famiglie, come ad esempio misurare le ore complessive della famiglia sullo smartphone”.
Il 52% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni coinvolti nel sondaggio ha tentato di ridurre il tempo trascorso on line senza riuscirci. Il 33% definisce l’utilizzo che fa dello smartphone “eccessivo”.
“L’uso eccessivo dello smartphone e del digitale viene riconosciuto come un problema da un terzo degli intervistati e metà di loro – commenta Gregorio Ceccone, pedagogista del digitale e referente dell’Osservatorio Scientifico per Social Warning – dichiara di aver tentato di ridurre il proprio tempo on line. Riconoscere il problema ed aver tentato di risolverlo sono i primi segnali di una relazione tossica e di dipendenza con lo strumento. Notiamo come mancano probabilmente informazioni, strumenti, idee e tecnologie in grado di aiutarci a staccarci da questo rapporto col digitale che quasi tutti, adulti compresi, sentono di vivere in modo poco sano”.
Il 40% degli intervistati dichiara di perdere ore di sonno perché rimane connesso anche di notte tramite smartphone, console o pc. Un adolescente in media dovrebbe dormire 8-10 ore al giorno.
Per il fondatore del Social Warning Davide Dal Maso “il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di riposare in modo confortevole durante la notte per permetterci di affrontare la giornata nel modo migliore ed il 40% degli intervistati dichiara di dormire male perché attivamente on line anche di notte. Un numero impressionante di giovani che riduce il loro benessere e la loro produttività in quanto spesso schiavi di ciò che succede online, della paura di perdere una storia su Instagram o un contenuto su TikTok. Non a caso si parla di FOMO, Fear Of Missing Out, come di una vera e propria patologia dei nostri tempi”.
Un ragazzo su due dichiara che gli capita di scattare, rispondere male o alzare la voce se disturbato mentre è online.
“Sempre più genitori – spiega il referente dell’Osservatorio Scientifico per Social Warning Ceccone – descrivono i propri figli come spesso irascibili, nervosi e aggressivi specialmente quando viene chiesto loro di interrompere l’uso dei device. Questo aumento dell’aggressività nasce dall’eccessivo technostress a cui sono esposti e dalla dipendenza dagli strumenti digitali”.
Per contrastare la dipendenza da smartphone e raggiungere un numero sempre maggiore di under 18 insieme ai loro genitori, attraverso interventi formativi sull’educazione digitale, per la prima volta il “Social Warning – Movimento Etico Digitale” lancia un crowdfunding.
Si chiede di donare anche solo 5 euro per finanziare la campagna nazionale di sensibilizzazione sul tema, già partita con l’hashtag #consapevolidigitali, e raggiungere sempre più scuole in tutta Italia.
L’obiettivo è fare cento interventi, anche in modalità di e-learning viste le contingenze, in cento nuove scuole da Nord a Sud per promuovere l’uso consapevole e sereno di Internet, e quindi dello smartphone, da parte dei ragazzi. Al tempo stesso il Movimento punta a formare anche migliaia di genitori attraverso materiali e incontri con esperti di Social e Digitale per affrontare insieme tematiche legate ai Social Network, ai rischi e alle opportunità.
1) Tenere d’occhio il tempo d’uso: esistono numerose funzionalità e app che ci permettono di tenere traccia delle ore passate davanti allo schermo. È possibile anche impostare notifiche e/o blocchi quando si eccede un determinato numero di ore.
2) Stabilire delle “no-smartphone-zones”: creare delle vere e proprie zone della casa dove il telefono “non può entrare” può dare un aiuto significativo nel limitarne l’uso. Possiamo stabilire, ad esempio, di lasciare lo smartphone in camera quando ci spostiamo in cucina o in sala per mangiare, e così via. Vietato tenere il telefono sul tavolo durante le occasioni conviviali!
3) Tenere lontano il telefono quando siamo alla guida: in auto è opportuno mantenere lo smartphone fisicamente distante da noi, possibilmente chiudendolo ad esempio nel vano portaoggetti. In questo modo limiteremo al massimo eventuali distrazioni, tenendoci al riparo da multe e da rischi per la nostra vita e quella altrui.
4) Disattivare le notifiche: un accorgimento all’apparenza banale, ma che può davvero fare la differenza. Silenziare le notifiche delle app non indispensabili è un modo semplice ed efficace per frenare il circolo vizioso che ci spinge a controllare il telefono in continuazione. Senza i continui suoni, bagliori, vibrazioni dello smartphone avremo modo di dare al nostro cervello un po’ di meritato riposo e di concentrarci su ciò che vogliamo fare davvero.