In questo periodo di profonda incertezza indotta dall’emergenza sanitaria Covid-19, la quasi totalità dei cittadini italiani ed europei riconosce l’importanza dell’innovazione e della ricerca nell’ambito salute e benessere, ma la dimensione umana continua a giocare un ruolo chiave nel percepito dei consumatori.

È questo il quadro emerso da una ricerca di mercato condotta da Deloitte su un campione di oltre 6.000 cittadini italiani ed europei e attraverso interviste a rappresentanti e manager di circa 20 imprese/organizzazioni operanti in diversi settori industriali. La ricerca è stata presentata in occasione dell’Innovation Summit 2020 “Umanesimo digitale, stella polare della ripresa” sul ruolo che l’innovazione può svolgere in questa fase delicata dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Secondo i risultati del report di Deloitte, 9 italiani su 10 riconoscono l’importanza dell’innovazione e della ricerca nell’ambito salute e benessere sia per continuare a gestire in maniera più efficiente le necessità sanitarie di sempre, sia per rispondere a nuovi bisogni e nuove sfide. Tuttavia, solo il 6% ritiene che il livello di innovazione e ricerca in ambito salute e benessere dell’Italia sia ottimo.

La qualità dei servizi in ambito Salute & Benessere è vista positivamente dal 83% degli italiani, ma il 38% degli italiani ritiene che i tempi di attesa relativi ai servizi in ambito Salute & Benessere siano troppo lunghi.

In termini di fruizione dei prodotti e servizi, come emerso dalla ricerca di Deloitte, gli attori dell’ecosistema Salute & Benessere dovranno sviluppare un’offerta mirata che aumenti la qualità, anche percepita, dei servizi erogati verso i clienti, preparando dei piani per gestire al meglio eventuali nuove emergenze.

«In questo momento storico senza precedenti, caratterizzato da un’emergenza sanitaria ancora in corso, l’innovazione è stata e continua a essere un supporto per la nostra quotidianità, permettendo alle persone di rispondere meglio alle proprie esigenze e alle imprese di introdurre nuovi modelli e modalità operative di lavoro. Tuttavia, l’innovazione funziona solo se vi è un’integrazione del fattore umano con l’aspetto tecnologico e digitale, all’interno di un modello che possiamo definire antropocentrico, che quindi metta l’uomo al centro in tutte le sue dimensioni. Infatti, dal nostro studio emerge che il 43% degli italiani vorrebbe che la ricerca e l’innovazione nei prossimi 5 anni si concentrassero sullo sviluppo di assistenza più veloce ed efficace. E in generale il 72% ritiene che sia necessario aumentare l’accessibilità delle cure» dichiara Valeria Brambilla (nella foto), Senior Partner Deloitte.

Il 65% degli italiani utilizzerebbe app di diagnosi e monitoraggio della salute, sebbene più della metà degli italiani preferisca la visita in presenza alla telemedicina: per le visite, il 39% degli italiani preferisce metodi tradizionali e il 17% non si fida di questo strumento.

Infine, 1 italiano su 4 utilizza sistemi di prenotazione online più di quanto non facesse prima dell’emergenza, mentre i consumatori sarebbero propensi a utilizzare innovazioni relative a farmaci e app di diagnosi e monitoraggio del battito cardiaco.

«Alla luce di questi dati il nostro obiettivo vuole essere quello di stimolare il confronto e la collaborazione tra i diversi attori dell’ecosistema dell’innovazione, cercando di capire come l’innovazione stessa possa dare un contributo alla vita di tutti i giorni e quindi al progresso del sistema-Paese, facendo leva su una logica collaborativa tra pubblico e privato. Per il mondo della sanità l’innovazione può apportare benefici alla collettività, con accesso ibrido ai servizi, qualità delle cure e nuove modalità di interazione per i cittadini. Per affrontare le nuove sfide sociali e sanitarie poste dalla pandemia, il rapporto umano, supportato da soluzioni innovative e tecnologiche, resta infatti un fattore irrinunciabile per i cittadini italiani ed europei», conclude Valeria.