L’embolizzazione è una tecnica mininvasiva di radiologia interventistica che permette di occludere le arterie iniettando all’interno di esse tramite un piccolo tubicino materiali appositamente studiati come spirali, colle, microsfere. Di solito si occludono le arterie perché sono rotte o perché hanno una parete debole e si potrebbero rompere. È possibile anche occludere arterie che nutrono alcuni tipi di tumore, per togliere il “nutrimento” al tumore.

La tecnica di embolizzazione prostatica è stata messa a punto dal prof. Carnevale a San Paolo in Brasile e pubblicata per la prima volta nel 2010. Da allora è stata migliorata e attualmente ne beneficiano migliaia di pazienti, per quanto in Italia sia ancora relativamente poco diffusa. Negli ultimi anni sono emerse alcune nuove indicazioni all’embolizzazione: l’ipertrofia prostatica, le emorroidi, l’artrosi.

Il 28 agosto scorso, grazie all’utilizzo di questa tecnica, è stato trattato il caso di un paziente di 53 anni che, affetto da ipertrofia prostatica benigna e costretto a portare da parecchi mesi il catetere urinario a permanenza, si è rivolto al reparto di Urologia dell’Ospedale di Pescara diretto dal dott. Roberto Renzetti.

Dopo le valutazioni del caso, il paziente è stato sottoposto all’intervento di embolizzazione prostatica eseguito dal dott. Vincenzo Di Egidio, direttore della UOC di Radiologia, coadiuvato dai colleghi dott. Vezzaro e dott. Pellegrini. Il trattamento, svolto in anestesia locale, è durato poco più di un’ora ed al termine il paziente è tornato al reparto di Urologia dal quale è stato dimesso dopo pochi giorni di osservazione, con un notevole beneficio relativamente ai sintomi e senza catetere a permanenza.

Il caso descritto è il primo eseguito in Abruzzo e uno dei pochi eseguiti nel centro Italia, a dimostrazione della validità dell’Ospedale di Pescara: un ospedale moderno, con professionisti in grado di fornire alla popolazione terapie innovative.