Centro PMA Ospedale Papa Giovanni XXIII: al via un progetto di telemedicina per le coppie
Il Centro di PMA dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII lancia un progetto sperimentale di telemedicina per le coppie che devono ricorrere alle cure di fisiopatologia della riproduzione.
Il progetto, ribattezzato Smart PMA e attivo a partire da questa settimana, vuole dare la possibilità alle coppie che sono in attesa di trattamento di completare l’iter diagnostico e ottimizzare la preparazione alle cure per quando sarò possibile riprendere l’attività clinica.
Il percorso è stato messo a punto da Francesco Fusi, Responsabile della Ostetricia e ginecologia 2 – Procreazione medicalmente assistita PMA del Papa Giovanni XXIII, e Laura Zanga, responsabile del Laboratorio di embriologia. Consente alle coppie di eseguire, mediante una piattaforma di telemedicina chiamata “Fenix Televisita”, le prime consultazioni e i controlli dei primi esami, con la definizione degli step successivi, in attesa degli esami strumentali, come le ecografie, che verranno eseguite in ospedale appena possibile.
Il sistema si avvale di un programma che garantisce totale segretezza dei dati, tracciabilità, archiviazione dei documenti, refertazione della consulenza e validazione con firma digitale e l’invio di ricette dematerializzate. Non è richiesta alcuna installazione ed è utilizzabile da tutti i dispositivi in modalità web app.
Le coppie che desiderano avvalersi del servizio possono fare richiesta scrivendo a pma.segreteria@asst-pg23.it. Riceveranno una mail con l’appuntamento e il link per accedere alla prestazione. Il Centro provvederà direttamente a proporre questa modalità di visita alle coppie che già avevano un appuntamento, sospeso a causa dell’emergenza Covid-19.
Il progetto coinvolge anche alcuni dei maggiori centri pubblici italiani: il Policlinico San Martino e l’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova, l’Azienda Sanitaria Moscati di Avellino, l’Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, il policlinico Sant’Orsola di Bologna, l’Ospedale Sandro Pertini di Roma, l’Ospedale di Conversano e il Centro FIVET Città di Torino.
“Le coppie che devono ricorrere alla medicina per avere figli stanno vivendo l’attuale sospensione delle attività non urgenti come uno stop forzato del loro percorso e vedono allontanarsi sempre di più una risposta alle proprie esigenze, con ulteriore sofferenza per l’ansia del tempo che scorre e l’età che avanza – ha spiegato Francesco Fusi –. La cura della fisiopatologia della riproduzione non è naturalmente una disciplina salva-vita, ma ha un ruolo importante per il benessere psico-fisico di donne e uomini ed è “salva-società”, considerato il calo demografico a cui assistiamo. Abbiamo quindi pensato di poter offrire un servizio prezioso sfruttando le nuove tecnologie, in modo da guadagnare un po’ di tempo e seguire le coppie a casa per tutte quelle attività che non richiedono necessariamente un contatto diretto con i clinici”.