La fragilità delle persone affette da patologie oncologiche da un lato, molte delle quali soggette a immunodepressione quindi più predisposte ad essere colpite da infezioni e, dall’altro, il pericolo di contrarre il virus da parte del personale sanitario a causa della continua esposizione, hanno spinto l’Istituto Tumori della Romagna IRST IRCCS a promuovere, in collaborazione con altri importanti centri regionali, uno studio per definire ulteriori strumenti utili per la sorveglianza, la diagnosi e il controllo della patologia da Covid-19 nei soggetti più a rischio. Attraverso la ricerca denominata CORSA, si mirerà a studiare più approfonditamente le modalità di diagnosi del virus, fondamentali per contrastarne la diffusione, valutando il corretto impiego dei test molecolari e sierologici rapidi nei soggetti ad alto rischio.

CORSA si pone come obiettivo primario l’indagine epidemiologica della diffusione dell’infezione nella popolazione asintomatica; a questo scopo saranno complessivamente coinvolte, tramite colloquio medico e rilascio del consenso informato, circa 500 persone tra operatori sanitari IRST senza alcun sintomo ascrivibile all’infezione da SARS CoV-2, nota come sindrome Covid-19, e 50 pazienti oncologici in trattamento presso l’Istituto candidati a terapie immunosoppressive o a trapianto di midollo. La componente clinica onco-ematologica dell’Istituto in sinergia con la Direzione scientifica ha, infatti, evidenziato come siano maggiormente esposti a rischio infezione proprio queste categorie di pazienti oncologici, individuando in loro i candidati più idonei allo studio.

“La dinamicità e la capacità di declinare le proprie attività di ricerca sulle esigenze, anche improvvise, che la medicina deve affrontare, sono qualità da cui non può prescindere un Istituto che ha come mission la ricerca scientifica qual è l’Istituto Tumori della Romagna Irccs – spiega il Prof. Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico IRST IRCCS -. Per questo motivo, mentre tutti gli studiosi del mondo sono al lavoro per profilare e combattere un nuovo nemico tanto pericoloso quanto sconosciuto come SARS-CoV-2 e la patologia da esso provocata (nota come Covid-19), anche IRST si unisce alla ricerca avviando uno studio per conoscere più approfonditamente il virus, mettendo in campo gli strumenti e le professionalità in essere.”

Condotto sotto la supervisione del Direttore Scientifico IRST IRCCS, Prof. Giovanni Martinelli e il supporto del Centro di Risorse Biologiche (CRB) di cui è referente la dr.ssa Valentina Ancarani, della Direzione Infermieristica e Tecnica diretta dalla dr.ssa Sandra Montalti e dell’Unità di Biostatistica IRST diretta dalla dr.ssa Oriana Nanni, lo studio si svilupperà in collaborazione con il Prof. Vittorio Sambri, Professore di Microbiologia – DIMES Università di Bologna e Direttore dell’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina AUSL Romagna, il Prof. Pierluigi Viale, Professore ordinario di Malattie Infettive – Direttore del DIMEC Università di Bologna e dell’Unità di Malattie Infettive del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e il Dr. Edoardo Carretto, Direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia dell’Arcispedale IRCCS Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

Le metodologie di indagine comprenderanno un semplice prelievo di sangue per la valutazione della risposta degli anticorpi verso SARS CoV-2 e l’esecuzione del test in RT-PCR su tampone rino-faringeo per valutare la presenza del virus; durante tutto il periodo dello studio, che durerà circa 6 mesi, i partecipanti verranno monitorati con cadenze stabilite per la rilevazione dei dati circa l’eventuale comparsa di sintomatologia compatibile con la malattia COVID-19, il decorso clinico e l’eventuale diagnosi confermata di presenza del virus SARS CoV-2.

Il prelievo di sangue sarà effettuato da personale IRST per determinare in circa 15 minuti, grazie all’impiego di test rapidi, la presenza di anticorpi che sveleranno ai ricercatori l’eventuale infezione da SARS CoV-2 in corso oppure la pregressa positività e il suo superamento. I risultati saranno poi confrontati con i dati virologici ottenuti su tamponi naso-faringei valutati dall’Unità Operativa di Microbiologia dell’AUSL Romagna diretta dal Prof. Vittorio Sambri. Inoltre il materiale raccolto potrà essere utile per identificare fattori genetici correlati all’infezione.

Questo studio è coerente e si integra con le indicazioni della Regione Emilia Romagna che prevedono l’effettuazione di indagini di laboratorio su tutti gli operatori sanitari in quanto maggiormente esposti al possibile contagio da SARS CoV-2 e che, contestualmente, potrebbero però non presentare sintomi: tale indagine viene condotta al fine di monitorare maggiormente e, conseguentemente, di migliorare la strategia per contenere la diffusione del virus.