Un paziente di 67 anni è stato sottoposto nei giorni scorsi ad un intervento di posizionamento di endoprotesi fenestrata da parte dell’equipe della Chirurgia Vascolare diretta dal professor Roberto Silingardi. L’intervento si è reso necessario a causa di un voluminoso aneurisma dell’aorta coinvolgente le arterie dei reni che era arrivato ad un diametro di 75 mm e quindi con i caratteri d’urgenza. L’intervento – svolto nella Sala Operatoria Ibrida dell’Ospedale Civile dall’equipe di chirurgia vascolare insieme a quella anestesiologica diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini e dal personale infermieristico e radiologico della sala – ha avuto esito positivo e, dopo pochi giorni, il paziente è stato dimesso. 
“Gli aneurismi dell’aorta sono dilatazioni della più grande arteria del corpo – spiega il direttore del reparto modenese, professor Roberto Silingardi di UNIMORE – nel caso specifico coinvolgeva l’aorta addominale fino all’emergenza delle arterie renali. Per questo motivo non era possibile impiantare una protesi standard e si è reso necessario costruire una protesi su misura per il paziente.”
La complessità di queste procedure endovascolari, che evitano estese incisioni chirurgiche, consiste nella necessità di “collegare” la protesi con i vasi che garantiscono l’afflusso di sangue ai reni ed all’intestino. 
“Il paziente in seguito a controlli eseguiti per altre patologie ha scoperto l’aneurisma – spiega il dottor Stefano Gennai, chirurgo vascolare dell’Ospedale Civile – l’aorta sana è generalmente 15-20 mm di diametro, viste le dimensioni a cui era arrivato l’aneurisma del paziente si è resa necessaria una correzione sollecita poiché il rischio di rottura, potenzialmente mortale, era elevato nonostante l’assenza di sintomi”.  
La costruzione della endoprotesi “su misura per il paziente”, da parte delle industrie biomedicali specializzate richiede di solito 20- 30 giorni ed è stata consegnata in tempi rapidi all’ Ospedale di Baggiovara pochi giorni fa. Seguendo i protocolli aziendali di igiene e prevenzione per contenere l’attuale epidemia da Coronavirus e le indicazioni della Società Italiana di Chirurgia Vascolare, l’intervento è stato effettuato immediatamente dopo l’arrivo dell’endoprotesi in considerazione delle dimensioni dell’aneurisma. 
“L’operazione è stata svolta con le migliori tecnologie attualmente disponibili – prosegue il prof. Silingardi – è trascorso ormai 1 anno dal primo intervento eseguito in Sala Ibrida. In questo periodo abbiamo apprezzato un notevole miglioramento della qualità del nostro lavoro e, quindi, delle cure fornite al paziente”. “Proseguire l’attività chirurgica durante questo periodo così delicato non è affatto facile, ciononostante riusciamo a garantire l’attività chirurgica necessaria grazie ad uno sforzo corale – conclude Silingardi – e a tale proposito vorrei ringraziare i miei collaboratori chirurghi vascolari Stefano Gennai, Luca Farchioni, Nicola Leone e Francesca Rossi, la Dott.ssa Angela Navi, gli Specializzandi anestesisti dell’equipe diretta dalla Dott.ssa Elisabetta  Bertellini e tutti gli Infermieri e Tecnici di Radiologia che hanno preso parte all’intervento e che assistono quotidianamente i nostri pazienti”.