I Medici di Medicina Generale diminuiscono in quasi tutte le regioni italiane, rendendo sempre più difficile l’erogazione delle cure primarie sul territorio. Ma alcune aree presentano problemi specifici, che non possono prescindere da una riorganizzazione della struttura territoriale della salute che non si basi esclusivamente sugli ospedali come luoghi di cura, ma sull’assistenza diffusa, considerando le peculiarità del territorio, come nei casi di Puglia e Basilicata, analizzate nel Congresso interregionale dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, che si tiene il 4-5 ottobre a Bisceglie.

In Puglia il report nazionale della fondazione Gimbe segnala che nel triennio 2019-2022 il numero di Medici di Medicina Generale è crollato del 17.6% e tenderà a diminuire ulteriormente entro il 2026. La Puglia è la seconda regione d’Italia, dopo la Sardegna, in cui si è rilevata la riduzione maggiore. Anche la continuità assistenziale è in uno stato di progressivo peggioramento, con alcune aree interne del brindisino, del leccese e del tarantino praticamente scoperte. I dati 2022 indicano che il 78% dei medici aveva oltre 27 anni di anzianità. Il massimale di 1.500 assistiti per medico viene superato dal 24,4% del totale, con un numero medio di assistiti per medico al 1° gennaio 2023 pari a 1.254.

“Sempre meno MMG ma sempre più esigenze da cogliere e di cui farsi carico – spiega Maria Giovanna Amoroso (nella foto), Segretario SIMG Puglia – Questo congresso è stato ispirato soprattutto da questo intento: distrarci da valutazioni e giudizi semplicistici, e rimettere al centro la complessità che ha come presupposto una analisi più rigorosa del reale che tenga conto dei bisogni specifici delle nostre comunità. Penso alla presa in carico delle cronicità, l’assistenza ai malati terminali, alla prevenzione e non solo alla gestione dell’acuto che pure nel nostro territorio ha una sua rilevanza quando ci assumiamo la responsabilità della presa in carico della salute di milioni di visitatori ogni anno”.

“Altra questione che ci riguarda molto da vicino – aggiunge Amoroso – è la presa in carico dei migranti: quali e quanti bisogni di salute possono emergere nelle campagne del tavoliere dove è stata stimata la presenza di 7.000 stranieri che vivono in insediamenti informali, quindi non censiti, che hanno difficoltà di accesso alle cure che uno stato di diritto dovrebbe loro garantire?  Nei centri urbani, secondo i dati del Dossier statistico immigrazione 2023 relativo al 2022, dei quasi 140mila residenti, solo 4.371 sono inseriti nei progetti SAI e grazie alla presenza di mediatori e assistenti sociali sono supportati nel percorso di cura: ciò significa che decine di migliaia di persone restano escluse.  Questo per distogliere un attimo lo sguardo da quella narrazione stolta che ci attribuisce la sola funzione di filtro dei pronto soccorso”.

La Basilicata, con i suoi 131 comuni e circa 536mila abitanti, ha una popolazione con un’età media tra le più alte al mondo, di oltre 47 anni. Più di un terzo della popolazione vive nei comuni con popolazione tra mille e 5mila abitanti; poco meno di un quarto nei due comuni con popolazione tra 50mila e 100mila abitanti. La Regione ha il primato italiano delle aree interne periferiche e ultraperiferiche. I Medici di Medicina Generale nel 2023 risultano 434, a fronte di 469 medici di continuità assistenziale, secondo un’anomalia persistente da 30 anni che non ha eguali in Italia. Secondo i dati dell’azienda sanitaria di Potenza, mancano 109 MMG: 78 nell’ASP e 31 nell’ASM.

“In Basilicata, più che in altre regioni, è evidente il declino demografico in atto da alcuni decenni, poiché a una bassa natalità si aggiunge una significativa migrazione intellettuale, tanto che complessivamente negli ultimi dieci anni sono stati persi circa 100mila abitanti – evidenzia Antonio Pompeo Coviello, Segretario SIMG Basilicata – Occorre pertanto ripensare un modello di medicina territoriale che sia in grado di prendere in carico la complessità legata alla cronicità e definire l’organizzazione dei piccoli centri di assistenza, tenendo presente che non solo molti piccoli comuni attualmente sono privi anche del Medico di Medicina Generale, ma anche alcuni centri con più di 10mila abitanti. Il ripensamento di questo modello non potrà prescindere da soluzioni innovative come la telemedicina, l’istituzione di servizi sanitari mobili e l’assistenza domiciliare. Tutto questo comporta che il territorio debba essere dotato di attrezzature mediche e di figure professionali adeguatamente formate per la presa in carico della cronicità”.

“La questione legata alla carenza dei medici in alcune aree è anche il risultato di cambiamenti demografici in corso, che saranno ancora più evidenti nei prossimi anni a causa dello spostamento dai piccoli centri periferici verso le città insieme all’inevitabile aumento dell’età della popolazione – sottolinea Ignazio Grattagliano, Vicepresidente SIMG – Questo aspetto, particolarmente rilevante in territori pugliesi e lucani ma non solo, necessita di una concertazione politica in cui, a mio avviso, vadano coinvolti attivamente anche i decisori della formazione universitaria e di associazioni di categoria. Non è facile immaginare che un giovane laureato, dopo aver trascorso anni in sedi universitarie, decida di ritornare al suo piccolo paese o di avviare un’attività in un luogo distante da centri in cui l’assistenza medica è più sviluppata. Per quanto al nostro congresso la grande affluenza di medici e soprattutto di giovani soci è il risultato di un intenso lavoro societario svolto negli ultimi anni, che a portato la Basilicata a ripartire, trainata dalla nostra regione pugliese, che è tra le prime in Italia per attività formative in Medicina Generale”.

Il 4° Congresso interregionale SIMG Basilicata e Puglia si tiene venerdì 4 e sabato 5 ottobre a Bisceglie (BAT), presso l’Hotel Salsello con la partecipazione di circa 300 medici di famiglia provenienti dalle due regioni. Le numerose sessioni scientifiche affrontano tutti i temi di competenza della medicina generale, come la prevenzione, la gestione delle cronicità, l’appropriatezza terapeutica, gli aggiornamenti dalla letteratura e le nuove indicazioni ministeriali. Inoltre, i laboratori di simulazione dell’attività medica propongono una rapida e concreta acquisizione di competenze pratiche alle nuove generazioni di clinici, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Il duplice sforzo, teorico e pratico, rientra nella costante attività di SIMG di formazione e di produzione di contenuti scientifici, seguendo la linea nazionale. Complessivamente, si propone un approccio olistico per rendere i MMG la prima porta d’accesso al Servizio Sanitario Nazionale, facendosi carico non solo delle patologie, ma del paziente in senso lato.

Vi sarà anche una tavola rotonda politica, imprescindibile in un momento di grande cambiamento della professione: sarà l’occasione per affrontare, tra i vari temi, la recente approvazione del nuovo Accordo integrativo regionale della Medicina Generale in Puglia, di cui però manca ancora la delibera regionale, e il ridisegno della rete di assistenza sanitaria definita dal PNRR, che deve fare i conti con la legge sull’autonomia differenziata. Presente tra gli altri Cosimo Latronico, Assessore con delega alla salute, politiche per la persona e PNRR – Regione Basilicata.