Quattro su dieci non assumono con regolarità i farmaci prescritti, e uno su tre ammette di dimenticarne spesso l’assunzione; anche per questo molti di loro ritengono che sarebbe utile l’aiuto di uno strumento o di una persona che ricordi loro di assumere le terapie. E’ questo lo spaccato del rapporto fra i senior e l’aderenza alla terapia, secondo i dati che emergono da un’indagine del Centro Studi di Senior Italia FederAnziani. Uno scenario preoccupante, diffuso alla vigilia della Giornata Nazionale per l’Aderenza alle Terapie che si celebra domani in Italia nella ricorrenza della morte di Giuseppe Moscati, il “Santo Medico” deceduto il 12 aprile del 1927. Un problema quello dell’aderenza che si conferma piaga per il sistema salute, incrementato nell’ultimo biennio dalle conseguenze della pandemia.
Ma qual è innanzitutto la condizione di salute degli over 60 che emerge dall’indagine e il loro rapporto con le figure sanitarie? Gli intervistati sono mediamente affetti da 2 o più patologie, tra le quali diabete, malattie respiratorie, malattie cardiocircolatorie, oncologiche, osteoarticolari. Quasi 9 su 10 consultano abitualmente per problemi di salute il medico di medicina generale, il 49,8% consulta il medico specialista, il 9,1% il farmacista. Oltre la metà di loro viene visitato dal medico di medicina generale almeno una volta al mese, e l’81,3% verifica con il medico di medicina generale le terapie prescritte dallo specialista, che nel 93,7% dei casi non vengono modificate dal medico di medicina generale.
Alla domanda “Assumi regolarmente i farmaci prescritti?”, oltre 4 senior su 10 rispondono di no, ben il 43,7%. Più di uno su due assume almeno 3 farmaci. Uno su su tre dimentica spesso di assumere un farmaco prescritto; a un 26,7% di loro è capitato di dimenticarsene raramente; solo il 39,5% dichiara di non dimenticarsene mai.
Una larga maggioranza dichiara che il medico spiega loro l’importanza dell’assunzione del farmaco, ma a qualcuno succede solo “ogni tanto”, e c’è un 13,2% a cui invece non viene adeguatamente spiegato.
La maggior parte di loro non è supportato da nessuno in casa nell’assunzione di farmaci; solo il 13,2% è seguito o da un familiare o da un badante. Cosa si può fare quindi per migliorare l’aderenza alla terapia? Il 42,8% di loro ritiene che sarebbe molto aiutato da uno strumento che gli ricordi l’assunzione dei farmaci. Più nel dettaglio, fra le varie opzioni possibili di supporto, circa la metà di loro ritiene che sarebbe utile, nell’aiutarlo a non dimenticare le medicine, una persona o un oggetto che gli ricordi l’assunzione, mentre il 21% preferirebbe avere uno schema semplice e poche assunzioni giornaliere; alcuni ritengono che sarebbe utile una spiegazione precisa dei rischi dell’interruzione della cura oppure una spiegazione più precisa dei benefici della cura stessa.
“Quella per il miglioramento dell’aderenza alla terapia è una battaglia che non si può perdere”, dichiara la Presidente Senior Italia FederAnziani Eleonora Selvi, “Basta assumere un punto di vista globale per comprenderne a pieno il valore: è impensabile che nel nostro mondo, dove esistono, fortunatamente, le migliori opportunità di cura, certo più che in Paesi meno sviluppati, il deficit nell’efficacia della cura stessa possa essere dovuto alla mancata aderenza.
Bisogna combattere questo fenomeno preoccupante, puntare sul rapporto di fiducia con il medico, sulla promozione di tutti gli strumenti a supporto del paziente, specie quello anziano e fragile, su campagne specifiche ed interventi che contrastino la mancata aderenza, riducendo complicanze, decessi e ottimizzando la cura”.