All‘Istituto Europeo di Oncologia è stato effettuato con successo il primo trattamento in Italia di Radioterapia Intraoperatoria durante Vertebroplastica (Vertebro-IORT): un intervento che associa gli effetti della radioterapia alla radiologia interventistica, ottenendo in una sola seduta, in day hospital e senza tagli chirurgici, tre risultati: la stabilizzazione delle vertebre, la remissione locale della malattia e la riduzione drastica del dolore.
La nuova procedura è studiata per i pazienti con metastasi ossee alla spina dorsale, che possono soffrire di complicazioni come instabilità ortopedica e neurologica, compressione midollare, predisposizione alle fratture e dolore. Circa il 30% dei malati oncologici sviluppano metastasi ossee, il 50% delle quali alla spina dorsale, che vengono generalmente trattate con chirurgia ortopedica o neurochirurgia, seguita o preceduta da radioterapia frazionata in un ciclo di 2 settimane, per evitare la ripresa ravvicinata della malattia. Il trattamento applicato in IEO con l’apparecchiatura Intrabeam della Zeiss permette di condensare entrambi i trattamenti in poche ore, senza ricovero e con risultati analoghi, se non migliori: il paziente può dire da subito addio all’eventuale busto ortopedico e al dolore, e ricominciare la sua vita con buona qualità.
“Abbiamo pensato di applicare la nostra esperienza nella radioterapia intraoperatoria, unica in Europa in termini di casistica e risultati, al trattamento delle metastasi ossee spinali, un problema in aumento costante nella popolazione dei malati oncologici, che può pesare molto sulla loro quotidianità – spiega Barbara Jereczeck, Direttore della Divisione di Radioterapia IEO- La collaborazione strettissima con la Radiologia Interventistica, all’avanguardia nel nostro Istituto, ha permesso di mettere a punto un intervento che integra radioterapia e vertebroplastica e che risolve, insieme ai sintomi oncologici, anche i problemi dovuti alla fragilità della spina dorsale. Con V-IORT otteniamo la stabilizzazione vertebrale e allo stesso tempo la sterilizzazione delle cellule cancerose, con un’estensione del tempo di intervento di vertebroplastica di non più di 15 minuti”.
“Il nuovo intervento, eseguito dal Dr Giovanni Carlo Anselmetti, dimostra concretamente che il malato oncologico oggi può ottenere una buona qualità di vita, anche in caso di malattia avanzata – dichiara Franco Orsi, Direttore della Divisione di Radiologia Interventistica – Tutto l’impegno della radiologia interventistica va essenzialmente in questa direzione: cronicizzare la malattia, che significa prolungare al massimo la durata della vita con la migliore qualità possibile. Ridurre l’invasività delle cure, a parità di efficacia, è il primo passo fondamentale. La vertebroplastica è un esempio di questa filosofia. La procedura in sé consiste nell’iniezione di un cemento osseo già da tempo impiegato in interventi ortopedici, attraverso un apposito ago introdotto nel corpo vertebrale sotto guida della fluoroscopia digitale o della TAC. L’effetto è l’immediata risoluzione del dolore e riacquisto della mobilità, nel 90% dei casi”.
“Nello stesso sito raggiunto dall’ago agisce, immediatamente prima, la radioterapia in modalità intraoperatoria – conclude Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO e autore dei più importanti studi sulla radioterapia intraoperatoria – L’idea, nata e sviluppata qui in IEO, è di erogare, durante i trattamenti chirurgici e direttamente sull’area interessata, un’unica dose di raggi equivalente a quella che verrebbe somministrata in modo frazionato con cicli di sedute di radioterapia esterna. Per far questo la tecnologia ha messo a punto acceleratori mobili, da trasportare al letto operatorio, con bracci robotici che possono essere posizionati sull’area da trattare per erogare la dose adeguata, senza il rischio di danneggiare altri tessuti. Per estendere questo principio al trattamento delle metastasi con vertebroplastica è stato ideato un nuovo applicatore specifico per l’area vertebrale. Così è nato Intrabeam, una tecnologia che ci aiuterà a risolvere casi complessi, anche in vertebre già sottoposte a una precedente irradiazione”.